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Salute e benessere bambini

Neonati con insufficienza respiratoria salvati grazie a una nuova tecnologia

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Valentina Colmi

A volte la medicina fa dei passi talmente da gigante che bisogna solo stupirsi dei progressi che fa la scienza (e la circolazione extracorporea è uno di questi avanzamenti).

E’ il caso di due interventi d’urgenza che sono stati eseguiti da un’equipe di neonatologi all’ospedale di Padova: due neonati – uno venuto alla luce a Udine e l’altro a Treviso – presentavano infatti una grave insufficienza respiratoria dovuta all’inalazione del meconio, le prime feci presenti nell’intestino (non a caso si tratta di una delle paure più comuni che si possono provare in gravidanza e che quando si avverano non sono per niente piacevoli, lo dico per esperienza personale). Sono riusciti ad essere tratti in salvo grazio a due interventi d’urgenza con la membrana ECMO (ExtraCorporeal Menbrane Oxygenation) per la circolazione extracorporea del sangue. Ma come funziona? 

Circolazione extracorporea: come funziona la membrana Ecmo

La membrana ECMO è una tecnologia “salva vita”, una specie di polmone artificiale che permette di sostituire quello che dovrebbero fare i polmoni normalmente: in altre parole fa circolare il sangue del bambino al di fuori del corpo dove viene ossigenato e poi inserito di nuovo nella circolazione.

Padova in questo senso è un centro di eccellenza, visto che da anni  è attrezzata  e ha un team del trasporto neonatale con l’unità mobile ECMO.

L’eccezionalità dell’intervento è dovuta al fatto che i medici padovani si trovavano già in trasferta per soccorrere la bambina di Udine di soli 3 giorni e che poi è arrivata la richiesta da Treviso. Adesso i bambini stanno bene e respirano autonomamente.

La sindrome da aspirazione di meconio grave può avvenire nell’1% dei pazienti, ma in alcuni casi è così grave da richiedere l’ECMO, visto che il rischio di mortalità è del 15-20%.

Di solito nel nord est ci sono 2/3 casi all’anno e nel 2015 se ne erano verificati 2 analoghi, anche se non nello stesso giorno.

In Italia ci sono tre centri dotati di trasporto neonatale  con unità mobile ECMO – ovvero Roma, Genova e Padova – in grado di far fronte alle insufficienze respiratorie.

Il servizio di trasporto per l’emergenza neonatale (STEN) di Padova presta il suo servizio tutti i giorni dell’anno per 24 ore e effettua oltre 200 trasporti all’anno, per la maggior parte neonati prematuri.

Una storia a lieto fine non c’è che dire. E voi unimamme cosa ne pensate?

Valentina Colmi

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