David Grossman è forse il più grande scrittore israeliano. Ha scritto moltissimi libri, anche se il suo capolavoro è considerato “Vedi alla voce: amore” in cui, attraverso una scrittura complessa e originale, racconta la storia di un bambino sopravvissuto all’Olocausto.
Grossmann che ha avuto anche un enorme lutto in famiglia: il figlio più giovane – Uri – è stato ucciso nel 2006 da un missile anticarro durante un’operazione delle Forze di Difesa Israeliane nel sud del Libano mentre svolgeva il servizio militare, ha pubblicato diversi libri per bambini: “dopo ogni romanzo scrivo qualcos’altro, commedie, poesie, testi per un’opera, saggi, ma soprattutto fiabe. È un canale aperto con me stesso soprattutto da quando sono nonno di due nipotine“.
In particolare secondo Grossman c’è bisogno di fiabe, perché possono aiutare i bambini a crescere meglio.
C’è bisogno di più favole che aiutino i bambini a crescere
Oggi è difficile crescere per un bambino, ed il motivo, secondo lo scrittore (che ha appena pubblicato il nuovo libro “Mia, tua, nostra”) intervistato da Repubblica, è legato al fatto che “i bambini avvertono la fragilità degli stessi genitori, che sono bambini anche loro. Mi chiedo come si comporteranno quando avranno trent’anni. Il mondo è così crudele, e tutta questa ferocia arriva sulla tv e sul computer. Difficile proteggere l’innocenza dei figli così esposti alla violenza“.
Effettivamente oggi si diventa genitori sempre più in là negli anni, ma magari con una maturità affettiva precaria: spesso si è persone egoiste, fragili e un figlio può disunire la coppia se non si è sufficientemente forti. Per un bimbo probabilmente non è così semplice come in passato, quando c‘erano meno possibilità a disposizione – parlo anche dell’accesso tecnologico – ma i ruoli erano più chiari.
Oggi forse le madri e i padri non riescono a tenere un modello educativo coerente, che non faccia crescere i figli su un piedistallo e che non li consideri come amici. I genitori amici sono il più grande danno che ci possa essere.
Ecco allora che la fiaba diventa un buon modo per entrare in un’altra dimensione, soprattutto se raccontata, perché conta anche l’ascolto, la voce. E’ un modo diverso e privilegiato di comunicare tra genitori e figli che spazia oltre ogni confine, facendo comunque sentire ai figli la presenza e la protezione. Come dice Grossman: “con la fiaba si entra nei loro sogni e li si accompagna, allargando l’esperienza della vita.”.
E aggiungerei una cosa: la dimensione altra in cui si trovano le favole è fondamentale anche per noi adulti. Forse non dovremmo smettere di crederci nemmeno noi.
E voi unimamme cosa ne pensate? Leggete le favole ai bambini?
Vi lasciamo con i benefici della lettura ad alta voce fatta ai bambini.