Nonostante c’è chi dice che in gravidanza faccia male fare troppe ecografie, ci sono genitori che non vedono l’ora di fare un ecografia in 3D (o anche in 4D).
A dir la verità pare più o una moda piuttosto che un reale e concreto bisogno: per sapere le condizioni del feto basterebbero infatti le tre ecografie raccomandate durante i nove mesi. Siccome però spesso ci rivolgiamo a dei ginecologi privati, è molto probabile che le ecografie fatte siano una al mese e che ci si sottoponga anche a quella in 3D. Da oggi però c’è un motivo in più: grazie ai progressi della tecnologia infatti il bambino si potrà vedere come se si fosse nella realtà virtuale.
Realtà virtuale in 3D: nuovi traguardi della radiologia
Attraverso infatti la combinazione delle immagini date dalle ecografie in 3 D e dalla risonanza magnetica attraverso la tecnologia della realtà virtuale, sarà possibile vedere i bambini con un “aspetto” tridimensionale e le ecografie che – diciamoci la verità – spesso sono chiare solo ai medici potrebbero diventare molto più comprensibili.
La risonanza magnetica fornisce infatti immagini del feto e della placenta a alta risoluzione con un contrasto eccellente ed è usata quando l’ecografia non fornisce immagini sufficientemente precise.
La tecnica è stata sperimentata alla Clinica di Diagnostica per Immagini di Rio de Janeiro ed è stata presentata al convegno della Società di Radiologia del Nord America.
“Pensiamo che queste immagini potranno rappresentare una nuova esperienza per i genitori che seguono lo sviluppo del loro bambino“ ha dichiarato il co-autore, il Dr. Heron Werner Jr. della Clínica de Diagnóstico por Imagem, di Rio.
I ricercatori sono infatti riusciti a creare dei modelli fetali in 3D, come quello della foto che mostra un feto di 12 settimane.
“questo può migliorare la nostra capacità di capire le caratteristiche anatomiche del feto e può essere usata anche per scopi didattici” ha continuato il dr. Werner.
Il modello 3D infatti permette di ricostruire:
- la struttura interna del futuro bambino
- gli organi
- le vie respiratorie
In questo modo si possono individuare così prima della nascita eventuali anomalie e nel caso permettere di agire di conseguenza.
I ricercatore hanno usato un visore – Oculus Rift – che riesce a combinare realtà virtuale e diagnostica per immagini: il 3D, infatti viene letto attraverso il visore, che permette di vedere il feto molto più da vicino, in maniera immersiva, consentendo a chi lo indossa di asccoltare anche il battito del cuore che deriva dall’ecografia.
“Si tratta di un’esperienza meravigliosa – ha dichiarato Werner – e le immagini sono più chiare rispetto a quelle dell’ecografia e della risonanza magnetica”. Nell’immagine possiamo vedere un bambino di 26 settimane.
La tecnologia potrebbe presto essere adottata in tutto il mondo, eppure viene da chiedersi una cosa: non toglie un po’ di mistero all’attesa? Vogliamo davvero – quando non ce n’è bisogno – vedere proprio tutto del nostro bambino?
E voi unimamme cose ne pensate? Vi piacerebbe poter indossare questo visore e vedere vostro figlio in tutta la sua anatomia?