Per chi non lo sapesse l’epilessia si manifesta nei primi anni di vita, per il 70% delle persone entro i 12 anni, con conseguenze:
Il 30% delle epilessie è resistente ai farmaci, mentre solo il 10-15% può essere trattato chirurgicamente.
L’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù dal 2010 a oggi ha eseguito più di 100 interventi su lesioni cerebrali con una percentuale di successo pari al 70%.
Questo vuol dire che 7 bimbi su 10 sono guariti, Bisogna sottolineare però che quanto l’intervento è precoce e tanto più alta è la possibilità che la malattia scompaia.
“Minore è il tempo di esposizione alle crisi, minore è il rischio che il bambino riporti danni cerebrali poi trattabili con maggiori difficoltà” dichiara Nicola Specchio, responsabile di Neurochirurgia dell’Epilessia al Bambino Gesù.
In caso in cui il soggetto sia resistente ai farmaci e non operabile, si può ricorrere all’impianto dello stimolatore del nervo vago, ovvero una specie di peacemaker che viene applicato sottocute e viene collegato con un cavo molto sottile all’altezza del collo. La stimolazione del nervo fa diminuire le crisi. In questo caso la percentuale di successo è del 30-40%.
Per cercare di ridurre le convulsioni è consigliabile anche la dieta chetogena e consiste in una dieta che comporta una iperproduzione di chetoni e ha le sue fondamenta nell’impiego di un’alta percentuale di grassi usati come fonte di energia. Questo tipo di dieta è risultata efficace nel 60% dei casi.
Unimamme, voi eravate al corrente di queste terapie?
Noi vi lasciamo con un approfondimento sull’epilessia e su come affrontare un’eventuale crisi.
Segue un video che spiega come affrontarla.
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