In Emilia Romagna alcune vaccinazioni sono diventate obbligatorie per poter frequentare l’asilo nido. Come era prevedibile la questione ha sollevato un vespaio visto che sull’argomento da qualche tempo ormai non si può parlare senza entrare nel conflitto.
Un interessante spunto di riflessione viene dato da una mamma giornalista, Elisabetta Ambrosi, su Il Fatto Quotidiano, che ho deciso di condividere con voi.
La giornalista premette che anche lei ha subìto il fascino del “no vaccino” ma che poi ha deciso di far vaccinare i suoi figli, anche per morbillo e rosolia, e poi spiega che di solito chi non vaccina sostiene che i bambini debbano sviluppare da soli le difese immunitarie per difendersi dalla malattia).
Si è scoperto che questo non è vero: non rispettare il calendario vaccinale espone i bambini non solo ad ammalarsi, ma a contrarre malattie che potenzialmente posso essere anche mortali.
L’opposizione ai vaccini, secondo la Ambrosi, è da ricercarsi anche in un’ ideologia “pro natura” che riguarda in generale il vivere togliendo il più possibile dalla vita dei figli tutto ciò che non è appunto naturale e che quindi è da demonizzare. Ne farebbero parte soprattutto le madri che:
La Ambrosi dice che anche lei ha cambiato idea diverse volte su questi aspetti, perché è difficile avere una posizione giusta e soprattutto non estrema.
Il problema di questa ideologia è che si estende a tutti gli ambiti della vita ed è assoluta, come a dire che tutto il resto è male.
Ecco allora che spesso queste mamme “pro-natura” estremiste arrivano a
Secondo lei tutti questi punti che abbiamo elencato potrebbero – anche se non è detto – portare alla decisione di non vaccinare i bambini perché si ritiene che i figli debbano vivere secondo natura e i vaccini di certo naturali non sono.
In realtà, spesso, dietro l’inseguire il naturale ad ogni costo si nasconde un profondo individualismo: vaccinare non può essere una scelta individuale ma deve essere una scelta improntata alla salute di tutti. Se un bambino non si vaccina può contagiarne comunque un altro, specie se è molto piccolo e non ha potuto ancora sottoporsi alle vaccinazioni oppure un bambino che per motivi di salute non può farle.
Vogliamo vivere in una comunità? Accettiamone anche le regole, non pretendiamo di avere solo diritti.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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