“Posso ancora prendere mio figlio in braccio e lo faccio”. Così recita il post di Kristin V. Shaw, scrittrice e blogger del Texas (ha un sito che si chiama twocannoli.com), che ha dedicato un articolo a suo figlio, un bimbo di 7 anni che prende ancora in braccio. Non pensate però alla solita mamma chioccia, quello che dice vi commuoverà.
Questa mamma ha voluto condividere con altri genitori la sua riflessione sul perché, di fronte alla richiesta del figlio di 7 anni di prenderlo in braccio, nonostante i suoi 26 chili, lei lo abbia fatto e continuerà a farlo.
“Avrei potuto dire di no, sei un bambino grande ora.
No, devi camminare.
No, ho troppe cose da prendere.
Ma non dico no. Faccio in modo di tenere tutto con una mano e in qualche modo lo prendo in braccio. Annuso il suo profumo di bambino e di buono e lo stringo forte a me perché so che poterlo stringere a me mentre lo tengo in braccio è un privilegio del quale non potrò godere ancora a lungo. Non sono ancora pronta ad accettare il fatto che stiano finendo gli anni della sua infanzia e stia entrando in quelli della pre-adolescenza. Anche se so dentro di me che è giusto così e che non voglio di certo che smetta di crescere. E’ proprio nella sua crescita che posso crescere anch’io. Osservando il suo sviluppo posso imparare ad essere una mamma migliore, mettendoci tempo e tanta pratica.
Più tardi in quella giornata mio figlio ha voluto ancora essere preso sulle spalle e sia io sia mio marito gli abbiamo detto si. Si, sempre si. Finché ce la farò a tirarlo su lo farò. Lui diventa sempre più pesante e anche se ho guadagnato questo peso forma investendo tempo e sollevando frequentemente il suo piccolo corpo per più di 7 anni. I muscoli che ho nelle braccia non derivano dalle mie rare visite in palestra, ma da anni di sollevamento di un peso via via crescente, ogni giorno.
E così mi meraviglio in questo tempo che sta rapidamente passando e cerco di memorizzare il suo volto come sta cambiando davanti ai miei occhi. Tocco la pelle morbida delle sue braccia e mi stampo la sensazione nel mio cervello prima che lui non voglia più farlo. Gli tengo la mano in tutte le occasioni possibili, poiché gli insegno ad attraversare la strada in sicurezza. E lo prendo in braccio e lo porto quando lui vuole che io lo faccia. Gli piace chiamarmi e fare un salto abbandonandosi, sapendo che io lo prendo a colpo sicuro.
Gli permetto di prendermi, afferrarmi, riempirmi di baci e scompigliarmi i capelli. Gli permetto di dipingere la mia pelle e non mi lamento quando in un caldissimo pomeriggio estivo si sdraia su di me per guardare Scooby-Doo. Non ho problemi col fatto si appoggi a me o mi tenga la mano mentre mangia la sua cena. Tra non molto non lo vorrà più fare.
La frase che continuo a ripetermi nella testa è questa: “Un giorno lo metterai giù, e non lo prenderai mai più in braccio perché avrà superato quella fase. E avrà superato me.
Così piego le ginocchia e lo faccio salire su di me. E lo stringo a me fino a che posso”.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Questa riflessione ci ricorda quella di un’altra mamma che in un momento di ansia si è calmata grazie a una scelta relativa al figlio.
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