Francesca Dominici può avere motivi per essere orgogliosa: nel 2015 infatti è stata inserita da Thomson Reuters tra l’1% dei ricercatori più citati nella sua disciplina in tutto il mondo. Una doppia soddisfazione, visto che oggi insegna ad Harvard ed è una delle pochissime donne assunte nel suo dipartimento, a dimostrazione che se sei donna – pur molto intelligente – devi fare comunque moltissima fatica per assumere dei posti di responsabilità.
Francesca, che è anche mamma di una bambina di 11 anni, è bravissima con i numeri: il suo metodo scientifico ha infatti rivoluzionato l’analisi statistica in medicina, tanto da chiamarla “numeral detective”. Da qui appunto il riconoscimento della più prestigiosa università del mondo, che ha assunto lei e il marito Giovanni Parmigiani: altre due eccellenze italiane in fuga all’estero.
Francesca Dominici: gli studi ambientali che rivoluzionano la sanità
Francesca e il suo gruppo di lavoro sono riusciti a dimostrare che “i livelli massimi di inquinanti atmosferici stabiliti dall’Agenzia per la protezione ambientale statunitense non erano innocui come si pensava. E quindi sono stati ridotti, in particolare per le polveri ultra sottili, le pm 2,5″ racconta al Corriere della Sera.
Tra le varie scoperte c’è il fatto che:
- alti livelli di queste polveri aumentano del 6,8% il rischio di ricoveri per disturbi cardiovascolari,
- un eccesso di ozono (un componente dello smog) aumenta del 4,2% il rischio di disturbi cardiovascolari, lo stesso effetto del fumo passivo.
Lo studio rivoluzionario ha però radici italiane: Francesca infatti è cresciuta a Ciampino e proprio dalle sue origini ha tratto l’ispirazione per capire che chi vive vicino agli aeroporti ha il 3,5% di probabilità in più, per ogni decibel di aumento del rumore, di ammalarsi di malattie cardiovascolari.
Proprio attraverso i dati della Federal Aviation Administration che ha fornito i livelli di rumore per i 95 aereoporti maggiori degli Stati Uniti, collegati poi con quelli ospedalieri, si è fatta la scoperta.
E pensare che lei ad Harvard non doveva neanche andarci: la prima volta che la chiamarono era infatti incinta di sua figlia. “Stava per nascere mia figlia Enrica e pensavo che fosse un ambiente troppo competitivo da affrontare con una bambina piccola. Credevo di aver perso l’opportunità della vita e invece mi hanno richiamata, offrendo un posto anche a mio marito“.
Una lezione per l’Italia ma anche per la figlia, perché come dice giustamente Francesca: “deve avere l’opportunità di fare qualsiasi cosa voglia“.
E voi unimamme cosa ne pensate?