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Attualità

“Non voglio morire”: le volontà della ragazza di 14 anni ibernata post-mortem

Published by
Francesca Nicoletti

Era già successo di parlare di nuovi progressi della scienza, ricordiamo, tra gli altri, il caso della donna che ha potuto utilizzare gli embrioni prodotti prima della morte del marito.

Quello di cui scriveremo oggi ha davvero dell’incredibile. Una storia che lascia una speranza ai malati terminali.

Ibernazione post portem: una ragazza di 14 anni vince la causa

A una ragazza britannica di 14 anni è stato concesso di ibernare il corpo nella speranza di poter essere curata in un futuro non troppo remoto.

Ha fatto clamore la notizia perché la ragazza, malata terminale, ha voluto infatti portare avanti una battaglia legale con tutte le sue forze e con il sostegno della sua mamma.

Ha ottenuto la possibilità di ‘congelare’ il suo corpo e lasciarlo in questo stato fino a quando la medicina non riuscirà a guarirla dal male che la sta consumando, un tumore molto raro.

In Gran Bretagna, dunque, da oggi sarà possibile affidarsi alla crioconservazione e sperare di risvegliarsi e poter guarire. La mamma della ragazza si è battuta con i denti affinché il desiderio della figlia potesse diventare realtà, così è stato.

La ragazza prima di morire ha scritto al giudice spiegandogli quanto fosse forte il desiderio di “vivere più a lungo possibile” e non finire “sepolta sottoterra” così in giovane età. Ecco alcuni pensieri della sua missiva:

«Mi è stato chiesto di spiegare il motivo per cui voglio fare questa cosa al quanto insolita. Beh, ho solo 14 anni e non voglio morire anche se so che sto per morire.

Penso che poter essere crioconservata mi darebbe la possibilità di essere curata e svegliata, anche se tra centinaia d’anni.

Sono ancora troppo giovane. Non voglio essere sepolta sottoterra.

Voglio vivere e vivere più a lungo possibile e penso che in futuro i medici saranno in grado di trovare una cura per il mio cancro, risvegliarmi e guarirmi.

Voglio avere questa opportunità.

Questo è il mio desiderio»

Il giudice dell’Alta Corte, Peter Jackson, dopo aver letto questa lettera e dopo aver fatto visita alla ragazza in ospedale, dove ha constatato il coraggio della stessa nell’affrontare la sua malattia, ha stabilito che la madre della ragazza avrebbe potuto decidere delle sorti del corpo della figlia.

La sua decisione, chiaramente, ha ricevuto pareri discordanti in tutto il mondo.

Anche gli stessi genitori, infatti, avevano pareri diversi, la mamma appoggiava la scelta della figlia, il papà invece sosteneva il contrario spiegando così la sua scelta: «Anche se il trattamento avrà successo e sarà riportata in vita diciamo tra 200 anni, lei non troverebbe alcun parente e non vivrebbe la sua vita di oggi. Vivrebbe male, lei ha solo 14 anni e si ritroverebbe sola, senza nessuno, negli Stati Uniti d’America».

Ad oggi il corpo della ragazza è negli Stati Uniti dove resterà conservato in azoto liquido a temperature molto basse, intorno ai -130C. Ad oggi infatti è possibile fare ciò, affrontando anche spese abbastanza elevate, soltanto negli Stati Uniti e in Russia. Il costo della crioconservazione per un tempo illimitato è costato alla famiglia della madre della ragazza ben £ 37.000, circa 44.000 euro.

E voi unimamme da che parte vi schierate? Secondo voi chi ha ragione, la mamma o il papà.

Francesca Nicoletti

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