L’evento ha avuto il merito di sollevare l’attenzione su tematiche molto importanti, come per esempio il difficile reperimento di dati e statistiche a sostegno di adeguate misure preventive.
Sul The Post Internazionale Maura Misiti, demografa e ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), sottolinea che i dati possono essere di due tipi:
La mancanza di un lavoro con un obiettivo comune promuove la confusione. I dati raccolto nei centri non seguono parametri universali, per esempio.
Un primo tentativo di indagine esplorativa è stato compiuto dall’Agenzia europea nel 2013.
In tutti i 28 Paesi considerati è emerso che 1/3 delle intervistate aveva subito una di queste violenze almeno una volta nella vita.
Nei Paesi Nordici, che notoriamente tutelano la parità di genere e i diritti delle donne, l’indice di violenza domestica è più elevato:
Le motivazioni però sono diverse:
“Solo con dati coerenti e comparabili si possono impostare delle politiche di monitoraggio e valutare gli interventi già effettuati, capire se sono giusti. I numeri rendono reale un fenomeno per sua definizione sommerso e nascosto” dichiara la Misiti.
Unimamme voi cosa ne pensate di questi risultati?
Voi avete mai subito violenze come stalking, molestie verbali o fisiche?
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