Oggi vi parliamo invece di alcuni pediatri che si vogliono opporre a logiche, a loro giudizio, di marketing.
Come riportato sul loro sito l’Associazione Culturale Pediatri ha severamente criticato i colleghi della Federazione Italiana Medici Pediatri e della Società Italiana di Pediatria per aver sostenuto la campagna di comunicazione dell’Associazione italiana Industrie Alimentari riguardante la sicurezza degli alimenti.
Dietro la facciata di informazione sulla sicurezza degli alimenti per i piccini ci sarebbe infatti un’operazione di marketing diretta alla promozione di cibi industriali fin dalla primissima infanzia.
Lo slogan della campagna è “Nutrizione e sicurezza specializzata”, finalizzata a “valorizzare gli alimenti per la prima infanzia, cioè i prodotti espressamente destinati ai lattanti (bambini di età inferiore ai 12 mesi) e ai bambini fino a 3 anni di età, fabbricati e commercializzati nel rispetto della rigorosa normativa vigente”, secondo la quale devono assicurare il rispetto di rigorosi standard di sicurezza alimentare e di tracciabilità, senza ogm, coloranti, né conservanti. Prevede inoltre l’affissione di poster nelle sale d’aspetto dei pediatri per informare i consumatori.
Come si legge su Quotidiano Sanità, Giovanni Corsello, Presidente dalla Società Italiana di Pediatria, ha così commentato l’iniziativa di Aiipa: “È fondamentale che i genitori prendano coscienza del fatto che il loro bambino non è un piccolo adulto, ma ha un fabbisogno quotidiano di nutrienti specifici e che l’Italia è un Paese che tutela l’alimentazione nella fascia d’età 0-3 anni, anche attraverso una normativa specifica che obbliga i produttori di ‘alimenti per l’infanzia’ a sottostare a norme precise”.
Promuovere però i prodotti industriali a discapito di quello naturali però è rischioso, sostengono i pediatri ACP: ad esempio, come si legge su Il Fatto Alimentare, EFSA e Ministero della Salute, che monitorano i prodotti cme frutta, verdura e cereali, rilevano che solo lo 0,6% della frutta fresca e solo lo o,3% dei cereali italiani risultano fuori dai limiti, contro la media del 3,5% europea.
Per questi motivi l’associazione ritiene che alcune affermazioni della locandina siano discutibili e fuori luogo, in modo particolare quando si parla di latte artificiale. Una frase specifica balza subito all’occhio dei professionisti: “Dopo l’anno il latte di crescita contribuisce a fornire un apporto equilibrato di nutrienti come ferro, calcio, vitamine, adeguato alle loro esigenze“.
L’ACP al riguardo sottolinea che l’Europa ha dichiarato questi “latti di crescita”alimenti non necessari per la crescita dei piccoli.
Vengono infine forniti alcuni suggerimenti su come nutrire in modo sano e corretto i piccoli:
Unimamme, voi cosa ne pensate di questo grido di allarme? Come alimentate i vostri piccini?
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