La medicina fa sempre passi da gigante e mai come adesso i progressi potrebbero essere molteplici.
Si tratta infatti della medicina di genere, ovvero le diagnosi e le cure potranno essere sempre di più mirate a seconda del fatto che un paziente sia un uomo o una donna. Secondo infatti Giovanella Baggio – Professore Ordinario di Medicina di Genere all’Università di Padova e Presidentessa Centro Studi Nazionali sulla Medicina di Genere – “Non si possono curare uomini e donne allo stesso modo, perché la letteratura dimostra che tra uomini e donne ci sono moltissime differenze”. Secondo Baggio la domanda fondamentale da porsi è: “curerò allo stesso modo un paziente uomo con il diabete o la broncopolmonite e la signora che è affetta dalle medesime patologie?”.
In alcuni casi in realtà la differenza di sesso cambia poco, come per esempio in oncologia, ma in cardiologia invece è molto importante. Infatti i sintomi dell’infarto del miocardio si manifestano in maniera differente a seconda se si è uomo e donna: molto spesso le donne avvertono per esempio dolore alla bocca dello stomaco oppure non hanno segnali e quindi questo non soltanto fa ritardare la diagnosi, ma si può scambiare il dolore per qualcos’altro, come un problema digestivo.
Oppure ancora il diabete incide quattro volte di più nell’infarto delle donne rispetto agli uomini.
E poi c’è anche la questione della longevità femminile: è vero che le donne in Europa vivono in media 5 anni in più degli uomini, ma a fronte della letteratura medica, con una qualità di vita più bassa. Ciò significa che il tempo guadagnato in realtà si traduce in malattia e disabilità, principalmente dovute a:
Le donne insomma vivono più a lungo, ma magari con problemi degenerativi, dovuti anche al ruolo degli ormoni che provocano una “caduta” mentale.
Un’altra differenza è il fatto che finora i farmaci sono stati testati e studiati per gli uomini, quindi molto spesso le cure per una determinata patologia non funzionano sulle donne, che presentano degli effetti collaterali facendo aumentare i costi.
Nascerà così una rivista scientifica “The Italian Journal of Gender Specific Medicine” per volontà di Novartis e Pensiero Scientifico Editore per affrontare la medicina di genere, che non può essere un qualcosa di parallelo, ma dovrà agire assieme a tutte le branche della medicina per migliorare la qualità di vita del paziente.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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