Solo nell’anno scolastico 2010/ 2011 i bambini a cui è stato diagnosticato un DSA (disturbo specifico dell’Apprendimento) sono passati dallo 0,7% al 4% degli studenti, sollevando così diversi e più che legittimi interrogativi.
Disturbo dell’apprendimento: cosa fare
Nel Nord Ovest d’Italia le diagnosi arrivano al 7%, come riportato su Il Sole 24 ore.
Secondo la legge 207 introdotta nel 2010 è stato stabilito che i bambini che hanno questo tipo di difficoltà hanno diritto a un percorso personalizzato, a patto che la famiglia presenti la certificazione di un medico specialista.
Per disturbo specifico dell’apprendimento si intende:
- dislessia
- disgrafia
- discalculia
- disortografia
Si tratta di disturbi specifici dell’apprendimento che non intaccano il funzionamento intellettivo generale o la creatività ma incidono invece sul rendimento scolastico e stressano molto i piccoli associandosi a problemi:
- di autonomia
- scarsa autostima
- isolamento.
Come ha raccontato molto bene la piccola Kaytlin, dislessica, a volte gli insegnanti non capiscono e accusano i bambini di essere pigri e svogliati.
In questi casi diagnosticare il problema può essere il punto da dove cominciare ad aiutare i bimbi.
Secondo molti esperti somministrare una serie di test per individuare una DSA non è però sufficiente, perché ci sono altri elementi da considerare:
- fattori individuali
- eventi di vita
- relazioni di attaccamento
- sostegno degli adulti
- contesto scolastico
questa visione più ampia dovrebbe essere estesa anche alle cure. I bambini non devono essere solo dispensati da determinate mansioni, evitando il dettato in caso di disortografia o di fare i calcoli a mente avendo la discalculia.
A questi problemi infatti sono associate difficoltà:
- emotive
- relazionali
Infine bisogna sottolineare che questi test non mirati ai singoli bambini sono molto costosi per le famiglie. A quest’ultimo aspetto si aggiunge anche l’utilizzo improprio delle diagnosi.
Avere un figlio o un alunno con una diagnosi da DSA a volte è una scusa per non mettere in dubbio metodi educativi e didattici ancora troppo standardizzati o una relazione ambivalente con il genitore che finisce con lo scaricare sul bimbo la responsabilità dei suoi insuccessi.
Ne frattempo sono sempre più numerosi i centri per la diagnosi e il trattamento di questi disturbi.
A volte i bambini hanno solo una modalità diversa di apprendimento o hanno semplicemente bisogno di maggior ascolto da parte degli adulti e non è giusto farli sentire incapaci e diversi dai coetanei.
Il sostegno di genitori e insegnanti, il loro incoraggiamento e fiducia sono gli aspetti che possono cambiare completamente il destino di un bambino. Dobbiamo ricordarlo.
Unimamme i vostri bambini hanno uno di questi problemi? Come li avete affrontati?