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Una mamma spiega perché avere un secondo figlio è un “dono”

Published by
Valentina Colmi

Per diventare bis mamma io ci ho messo veramente poco: Paola aveva infatti 16 mesi quando sono rimasta incinta di Vittoria. A conti fatti la sua vita da figlia unica è durata veramente un soffio e penso che non si ricorderà di essere mai stata sola.

Quando abbiamo detto la notizia in famiglia sono rimasti tutti un po’ perplessi: da una parte perché con la mia prima figlia ho avuto la depressione post partum – e quindi probabilmente si temeva che potessi ricaderci – e dall’altra perché il tempo tra le due gravidanze era veramente poco. Poiché Vittoria è nata con quasi un mese di anticipo, lei e Paola hanno solo 2 anni e 6 giorni di differenza: niente.

Attorno a noi c’è sempre stata un’aurea di sbalordimento: “Come fate con due bambine così piccole?“, “Ma non potevate aspettare?” ci è stato detto. Eppure, tra tante coppie che conosco in molte hanno voluto il secondo figlio a poca distanza dal primo: secondo me è un grande regalo per il fratello o sorella maggiore avere qualcun altro con cui giocare e dividere la vita.

Diventare bismamma: non rinunciamoci!

In tante però si interrogano sulla possibilità o meno di avere un altro figlio dopo il primo. Se l’è domandato anche la blogger americana Erica DeSpain che ha indirizzato una bellissima lettera aperta a tutte quelle mamme che hanno paura.

Penso che i problemi siano prevalentemente legati a:

  • motivi pratici
  • motivi legati all’emozione

Per quanto riguarda i motivi pratici, beh, se ne possono elencare diversi, al fatto che le spese raddoppiano (che poi non è così vero) all’organizzazione famigliare. Per quanto riguarda il denaro, è vero che ci sono ovviamente dei costi in più, ma per esempio Vittoria ha ereditato un intero guardaroba da Paola, scarpe comprese. Non c’è bisogno di comprare un nuovo passeggino, il lettino c’è già. Le uniche cose da comprare sono il seggiolino per l’auto e magari ciucci e biberon, ma ovviamente questi ultimi sono opzionali (e il seggiolino potreste farvelo regalare dai parenti).

Per quanto riguarda l’organizzazione famigliare, anche lì quello che sembra una sfida impossibile si può fare. Non è semplice, a volte sfiancante, ma non è così un disastro. Certo, i bambini ti insegnano ad essere flessibile: se una dorme e l’altra no, anche se sei stanca morta non puoi dormire. Quando sono molto piccoli, i nuovi nati hanno poi esigenze differenti, di solito senza orari, mentre è probabile che il primogenito gli orari li abbia: per l’asilo, per la nanna, per il pranzo e via dicendo.  Per non parlare di quando si ammalano prima l’una e poi l’altra. A volte vi verrà da piangere, ma sappiate che passerà.

Per quanto riguarda le emozioni: per quella che è la mia esperienza, non è vero che i figli sono tutti uguali. Questo perché è impossibile che i genitori passino lo stesso tempo e dedichino le stesse attenzioni a due bambini come facevano con uno. Di conseguenza i secondi – liberi dall’ansia dei neo genitori che ci sono già passati – sono decisamente più intraprendenti e imparano prima. Per esempio Vittoria che ha 20 mesi sa già mangiare da sola e in parte – anche se indirizzata – infilare le maniche della maglietta. Questo l’ha visto da Paola e secondo me, visto che guarda la sorella sul vasino, potrebbe ridurre i tempi dello spannolinamento. Certo, quando litigano e magari una è gelosa dell’altra bisogna essere comprensivi, ma poi quando si danno la manina o cantano e ballano insieme, tutto passa. 

Sempre parlando di emozioni, spesso le mamme pensano che con un altro figlio verranno meno le attenzioni e forse anche l’amore per il primo figlio.

Nel mio caso, quando ero incinta mi preoccupavo che non sarei stata in grado di amare abbastanza Vittoria perché ci avevo impiegato tanto tempo per Paola.

Ma anch’io, come Erica, mi sento di tranquillizzare tutte: cara mamma spaventata, il sentimento che proverai per i tuoi bambini non si divide, ma si moltiplica. C’è spazio per ognuno e questo amore crescerà con il tempo.

Per cui il mio consiglio è proprio questo, da figlia unica: se potete, diventate una famiglia numerosa. Sapete perché? Perché i vostri bimbi – nonostante tutte le rotture del caso – sapranno insegnarvi che meraviglia è la vita.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Valentina Colmi

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