Io sono una mamma di due bambine e devo dire che mi preoccupa molto la faccenda del crescerle sicure di sé stesse. Nel mio caso non lo sono per nulla, ma fortunatamente loro non sono me e soprattutto sono ancora piccole, per cui si può senza dubbio intervenire. Per me la cosa più importante è che sappiano che possono fare tutto, seguendo le loro inclinazioni e i loro talenti, anche se in tanti cercheranno di far cambiare loro idea. Fin da quando hanno avuto l’età per comprendere abbiamo sempre cercato di spronarle a fare le cose da sole, anche sbagliando, anche non riuscendoci al primo tentativo e ogni volta le abbiamo incoraggiate con un “brava!”, il rinforzo positivo. Perché per esempio a me brava non lo dicono mai e cerco in continuazione l’approvazione degli altri.
Esther Wojicicki – nata a Los Angeles da una famiglia ebrea e creatrice di uno dei principali corsi di giornalismo degli Stati Uniti, quello di Palo Alto – ha avuto 3 figlie, pare, con grande disappunto di parenti ed amici che hanno vissuto come una piccola condanna il fatto che la prole fosse solo femminile. Esther ovviamente non se n’è mai curata, anzi ha elaborato un piccolo insieme di strategie per crescere delle bambine contente.
La donna è partita da un principio: “più fai per i tuoi figli e meno tempo loro avranno per se stessi”, e considerando che l’età importante in cui intervenire è 0-5 anni, ha insegnato alle sue figlie a nuotare, a leggere e a contare perché così potevano nuotare nella piscina vicina senza supervisione, leggere i segnali stradali e contare le mance.
Altro aspetto considerato da questa mamma è la bellezza: secondo Esther non bisogna contare sulla bellezza e per questo ha sempre incoraggiato le sue bambine a non focalizzarsi sul proprio aspetto fisico. Inoltre era contraria ai vestiti griffati. “Un look nella media è okay; se sei brutto, penso che questo possa avere un impatto su di te. Ma chiunque sia nella media si affidi ad un quadro d’insieme”. Occasionalmente, però, quando le bambine si comportavano bene o prendevano un buon voto, le portava a fare shopping approfittando degli sconti.
In questo modo, seguendo la filosofia di un “anti perfezionismo”, secondo Esther, le figlie sono riuscite ad eccellere in campi prestigiosi come la scienza e la tecnologia (la figlia Susan è infatti CEO di Youtube): essere troppo perfezionisti porta a dimenticare se stessi per cercare di fare le cose al meglio, senza focalizzarsi su cosa invece è importante.
E voi unimamme che ne pensate? Qual è la vostra strategia per crescere donne sicure di sé?
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