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I bambini non hanno bisogno di autoconsolarsi quando piangono

Published by
Valentina Colmi

Quando si hanno dei bambini molto piccoli spesso tutti attorno alle neo mamme si trasformano in puericultori, soprattutto per quanto riguarda il sonno (in particolare la parola magica è “autoconsolazione“).

Spesso quando si tiene il bimbo in braccio per farlo dormire, ci si sente dire che prende il vizio. Oltre a non essere assolutamente vero, bisogna prima di tutto capire due o tre cose dei neonati che possono essere utili per aiutare le mamme a districarsi nei labirinti della mente dei più piccoli. Vediamole insieme.

I bambini non devono autoconsolarsi, ecco perché

  • I bambini non sono dei manipolatori: in sostanza, anche se vi sembrerà che piangeranno esattamente il secondo dopo in cui le avete messi nel lettino, in realtà ovviamente non lo fanno apposta. I bimbi hanno una neocorteccia celebrale pochissimo sviluppata rispetto agli adulti e la neocorteccia è la responsabile del pensiero razionale e di quello analitico, per cui non sono ancora in grado di avere una regolazione delle emozioni. Per questo, se piangono, è per un motivo, per un bisogno: è sbagliatissimo “lasciarli piangere” come suggerisce qualche manuale perché così imparano a calmarsi, come spiega Sarah Ockwell-Smith, una psicologa specializzata in sviluppo del bambino su Kidspot.
  • I bambini hanno bisogno di noi: se piangono è perché hanno davvero necessità della nostra presenza. Visto che sono molto piccoli, non riescono ad esprimere quello che provano in quel momento con il linguaggio: magari hanno fame, sono pieni di cacca, sono annoiati, hanno mal di pancia. L’idea che i bambini dormano e siano calmi di notte è data dai media e dal marketing, non dalla biologia.
  • Non rispondere ai bisogni dei bambini non insegna loro ad autoconsolarsi: questa – possiamo dirlo? – è una cavolata pazzesca. I bimbi piangono perché appunto hanno una necessità, anzi si deprimono perché si rendono conto che il proprio bisogno non viene soddisfatto. Smetteranno allora di piangere, ma non certo perché hanno capito che in quel momento non dovevano farlo. Immaginate che abbiate fame, ma vi siate rotti una gamba e non potete muovervi: chiamate, chiamate, nessuno vi risponde. Alla fine ci rinuncerete, ma sarete ugualmente affamati.
  • Praticate la teoria dell’attaccamento: questa teoria ipotizza che i bambini abbiano una sana indipendenza se hanno invece una sana dipendenza. In altre parole, i bimbi appena nati devono poter avere una base sicura per potersi poi allontanare dopo i 6 mesi quando iniziano a gattonare e a esplorare l’ambiente circostante. Come possono avere una base sicura se chi si prende cura di loro li lascia piangere? Non possono. Questa idea dell’autoconsolazione va contro la natura: non esiste “il bravo bambino”, ma il bambino i cui bisogni vengono soddisfatti.
  • Mamme: tenete il più possibile in braccio i vostri bimbi: non darete loro nessuna brutta abitudine. Li farete sentire solo amati.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Valentina Colmi

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