La gravidanza – a meno che non sia particolarmente a rischio – non deve essere un periodo di inattività, anzi.
E’ sempre meglio praticare un po’ di sport anche durante la dolce attesa e non solo: si può trasformare il bacino per rendere la donna partecipe della nascita. Non a caso è stato scritto un libro che si intitola proprio “Partorire in movimento” scritto e illustrato da Blandine Calais-Germain e Núria Vives Parés, professioniste del mondo sanitario.
Parto in movimento: che cos’è
Il testo suggerisce:
- attività fisica durante la gravidanza per facilitare la trasformazione del bacino durante il travaglio e il parto
- famigliarizzare con il proprio bacino
Ogni donna ha infatti un bacino diverso a seconda di:
- postura
- modo di camminare
- stile di vita
Durante il parto il bacino si deve plasmare per adattarsi ai movimenti atti a favorire la discesa del bambino nel canale del parto.
La donna per esempio si può mettere in piedi: nella pausa tra una contrazione e l’altra può fare con il bacino un cerchio (come se stesse facendo roteare un hula hop) o una specie di 8 per fare in modo che il feto si possa adattare al canale del parto. Attraverso questa tecnica si possono proteggere i muscoli del pavimento pelvico, evitando anche dannose episiotomie.
Ad esempio si può usare:
- la palla per aiutare il feto ad incanalarsi
- nel periodo espulsivo la donna può soffiare in un palloncino perché in questo modo l’espirazione attivi il riflesso espulsivo aiutando la testa ad andare nel canale del parto
- anche i papà possono partecipare attivamente, in modo da vivere assieme alla propria compagna il percorso di genitorialità.
“Il segreto – dice la dottoressa Maria Assunta Facchi, senior consultant di Humanitas San Pio X e traduttrice per l’Italia del libro francese – è coinvolgere le donne: se informate adeguatamente si affidano con fiducia all’ostetrica. Qualcuna conserva ancora un ricordo di quel percorso: il palloncino dentro il quale ha soffiato per dare alla luce il suo bambino”.