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Non è diventata “mamma” per aver perso il figlio in grembo, verrà risarcita

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Valentina Colmi

Quando accade che si perde un figlio non ancora nato, non solo è difficile far comprendere alle altre persone (personale sanitario compreso) che si tratta di un vero e proprio lutto, ma a volte anche la giustizia non aiuta. Questa volta invece, la sentenza emessa da un Tribunale italiano rappresenta una svolta.

Donna risarcita per la perdita del potenziale rapporto parentale con il nascituro

Una signora che viaggiava come passeggera nel sedile posteriore di un’auto, ha avuto un incidente. L’auto su cui viaggiava infatti è finita fuori strada per colpa di un colpo di sonno del conducente.

Oltre ad aver riportato un’invalidità permanente del 55%, purtroppo il feto che portava in grembo al nono mese di gravidanza non ce l’ha fatta e la donna ha dovuto subire il grave lutto di perdere un bambino che di lì a poco sarebbe nato.

Per la X Sezione del Tribunale di Milano non ci sono dubbi: la vittima deve essere risarcita anche per la perdita di essere diventata mamma, si legge sul Corriere.

Il Tribunale civile di Milano le ha riconosciuto 830.000 euro di risarcimento:

  • 730.000 per l’invalidità personale riportata nell’incidente
  • e 100.000 per la «perdita del potenziale rapporto parentale con il nascituro».

La vicenda procedurale è stata all’inizio piuttosto complessa: il conducente infatti era romeno, la donna anch’essa romena, l’automobile immatricolata in Spagna e l’assicurazione fatta in Olanda.

La giudice Adriana Cassano Cicuto ha scelto di risarcirla appieno nonostante la signora non avesse le cinture allacciate, visto che – secondo il perito del Tribunale – «anche il corretto uso delle cinture di sicurezza non avrebbe escluso il verificarsi delle lesioni e dell’interruzione di gravidanza».

A questo punto la causa si è incentrata sulla possibilità o meno di risarcire la donna che aveva perso il figlio. In passato c’erano già stati altri casi ma nessuna donna si era mai vista riconoscere il danno morale per la mancata maternità. Secondo questo caso, infatti, come si legge dalla sentenza: “tenuto conto del fatto che la gravidanza era pressoché giunta a termine, dell’indubbio dolore ingenerato nella madre che quella nascita aveva ormai ritenuta prossima e certa, di tutte le progettualità conseguenti alla nascita stessa (ove fosse avvenuta), e della drammatica frustrazione conseguente all’aborto colposo, si stima equo riconoscere a tale titolo la somma di 100mila euro”.

L’importo risulta essere minore di quello minimo di 163 mila euro stabilito per la perdita di un figlio già nato, perché la relazione in questo caso non era ancora in essere, quindi solo potenziale.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Valentina Colmi

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