A descriverla però ci ha pensato una mamma che seguiamo su Facebook e che ci piace in modo particolare: Giada Sundas.
Giada è una ragazza molto giovane con una figlia di 2. Ve ne avevamo parlato in occasione di un suo post andato virale che parlava dei “giorni che una mamma non avrà mai“.
Oggi invece riportiamo un suo recente post in cui racconta la prima volta che ha sentito muovere la figlia nella sua pancia e ciò che rappresenta.
“La prima volta che sentii mia figlia muoversi nella mia pancia fu su un treno. Tornavo a casa dal lavoro ed ero molto stanca, mi rilassai sul sedile e chiusi gli occhi.
Percepii uno sfarfallio al basso ventre, dapprima scambiato per un movimento intestinale.
“La mia bambina si sta muovendo” pensai emozionata non appena capii cosa fosse. Appoggiai la mano sul ventre e richiusi gli occhi concentrando tutta la mia attenzione su quella sensazione. La sentii ancora, e ancora, e ancora… Se chiudo gli occhi e mi concentro, posso sentirla ancora adesso.
Allora non sapevo quanto fosse rilevante la sensazione di un movimento dentro al corpo nella vita di una donna, lo capii dopo, una volta che non li sentii più. Quei movimenti non si cancellano mai, restano impressi nelle tue viscere fino alla fine dei tuoi giorni, il tuo ventre li memorizza e li tiene stretti per sempre, marchiati a fuoco nei tuoi tessuti.
La natura si è premurata di regalare alla donna alcune piccole gioie disseminate nel percorso della gravidanza per farsi perdonare del grande dolore che è costretta a subire per dare alla luce un figlio. Anche se in proporzioni nettamente disuguali. Questo lo dimostra il fatto che altrimenti il perfetto cerchio della vita avrebbe privato le donne della razionalità, in quanto perfettamente in grado di riconoscere che un’anguria di tre chili non può passare attraverso una cannuccia da mojito e quindi portare l’umanità alla completa estinzione. Invece no, la natura ha donato alla donna la consapevolezza della sofferenza, ma una buona ragione per sopportarla, e il riverbero infinito di un calcetto nella pancia è davvero un buon motivo per sopportarla.”
Vi ritrovate in ciò che ha descritto Giada? E’ vero che il dolore del parto è uno dei dolori più forti che si possano provare, tant’è che il dubbio che gli uomini possano sopportarli c’è, ma è altrettanto vero che le gioie e i sentimenti che si provano durante la gravidanza e dopo la nascita bilanciano perfettamente, e superano di gran lunga, il ricordo della sofferenza provata.
E voi unimamme, vi ricordate il momento in cui avete sentito per la prima volta i vostri figli nella pancia? Che sensazione avete provato?
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