Care unimamme, purtroppo episodi assurdi legati all’allattamento in pubblico accadono anche da noi.
Chiara Cretella è un’assegnista di ricerca all’Università di Bologna che lo scorso 14 dicembre doveva intervenire in un incontro contro la violenza di genere che si svolgeva alla Cappella Farnese, all’interno di Palazzo d’ Accursio.
Ad un certo punto però il suo bambino di 5 mesi ha fame e lei deve assolutamente farlo mangiare. Cappella Farnese però è gelida, senza riscaldamento, e allora Chiara prova a spostarsi nella stanza attigua, che è riscaldata, dove è in corso una mostra. Ed ecco qui che accade il fattaccio: la guardia alle opere d’arte le dice che non è permesso allattare perché non si possono introdurre all’interno dell’esposizione né cibo né bevande.
Mamma cacciata da una mostra perché voleva allattare
A questo punto la donna – piuttosto allibita – si è messa a girovagare per il Palazzo fino a trovare una stanza ai piani superiori dove vengono esposte le opere permanenti dove una volontaria dell’Auser l’ha aiutata e le ha permesso di allattare suo figlio.
La vicenda ovviamente si è sparsa rapidamente, anche perché il compagno della donna – che si è molto alterato per l’accaduto – ha denunciato l’accaduto su Facebook, riaprendo anche la questione dell’allattamento in pubblico.
“Il fatto che ci si debba nascondere per allattare mostra chiaramente il fatto che la maternità non è più un valore spendibile, anche in una città molto avanzata come Bologna – dice – la mentalità che ci sta dietro è quella che poi porta al mancato sostegno della maternità” ha dichiarato la donna a Repubblica. “L’allattamento al seno è consigliato da tutte le linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità. Se manca la cultura di questo gesto, che è sia d’affetto che di salute per la mamma e per il bambino, è perché attorno a noi non vediamo più persone che allattano. Le bimbe non vedono nessuno che compie questo gesto e così si perde l’abitudine a considerarlo naturale”.
L’amministrazione comunale è subito intervenuta dicendo che le donne che allattano sono ovviamente ben accette e che la guardia del museo che ha proibito l’allattamento fa parte di una ditta esterna di sorveglianza a cui non sono state date alcune indicazioni in merito all’argomento. Secondo la direzione l’operatore avrebbe poi chiesto alla donna di allontanarsi perché non riteneva opportuno che si sedesse vicino alla cassa.
Qualunque sia la motivazione comunque è – anche dal mio punto di vista che non ho mai allattato le mie due figlie – assurda. Una mamma che allatta non introduce certo cibi e bevande: il cibo è la mamma, in un certo senso, quindi ovunque vada lei anche il nutrimento è incluso. In secondo luogo poi trovo davvero un controsenso la proclamazione dell’allattamento esclusivo al seno se quando una donna vuole farlo non trova un posto e viene cacciata come se fosse affetta da una malattia infettiva: perché se si vuole allattare bisogna farlo nascoste, nei bagni, con un telo davanti?
L’allattamento al seno è una normalità, non un’eccentrica fantasia. Forse si dovrebbe fare come una vignetta che pubblicammo qualche tempo fa: una mamma allatta in pubblico? Bene, a coprirsi dovrebbero essere gli altri, non lei.
Tempo fa vi avevamo parlato della petizione lanciata dalla mamma per tutelare tutte le mamme che allattano e i loro bambini che ha quasi raggiunto le 30 mila firme.
E voi unimamme cosa ne pensate? Avete firmato o firmerete la petizione?