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Adozione e affido

“E’ stato mio per due settimane”: il racconto toccante di una mamma affidataria

Published by
Maria Sole Bosaia

Nel mondo ci sono moltissimi bambini che avrebbero bisogno di una casa, del conforto di una famiglia, anche solo temporaneamente, e per fortuna ci sono persone generose come Rachel Hillestad e suo marito, disposte a mettersi in gioco e a donare amore a piccoli che magari hanno dei genitori ma che non vanno bene per loro.

Mamma affidataria racconta perché non si può non scegliere l’affido

Rachel è una mamma affidataria che ha deciso di condividere la sua esperienza in un toccante post su Facebook che ha ottenuto 77 mila Like ed è stato condiviso più di 42 mila volte.

Dopo aver dovuto lasciare il suo ultimo bimbo in affido nella sua nuova casa la donna ha notato che il piccolo aveva dimenticato lo spazzolino da denti ed è scoppiata a piangere.

Ci è voluto il suo spazzolino da denti dimenticato per distruggermi. Sono qui seduta in un parcheggio e sto piangendo tantissimo. Lui è stato mio per due settimane e mezzo ma in quei giorni e in quelle notti l’ho visto sorridere e dormire anziché svegliarsi di colpo in preda al terrore, andare avanti e indietro sulle altalene che i miei figli danno per scontate. Mi ha chiamato mamma e gli ho detto che ogni volta che andavo via che sarei tornata, che l’avrei fatto. L’ho preparato per la sua nuova casa meglio che ho potuto, ma adesso è l’ora del riposino e la sua nuova mamma dice che gli mancoLe ho inviato un’immagine per spiegarle come fare.

La prima cosa che le persone mi dicono è: “io non potrei mai fare la mamma affidataria, mi attaccherei troppo” Indovinate un po’? Sono proprio come voi. “Mi attacco”. Ero l’unica che potesse farlo riposare o che sapesse esattamente quale tipo di marmellata gli piacesse sul toast. L’ho aiutato quando aveva la diarrea e quando era frustrato perché aveva rotto le decorazioni natalizie. L’ho guardato mentre dormiva.

La mia risposta alle persone che dicono così è: anch’io mi affeziono, assolutamente. Mi domando dove siano adesso i bambini. Vengono a trovarmi nei miei sogni e qualche volta mi sveglio con il volto bagnato. Fa maleQualche volta, in quei momenti, fa male persino respirare. Sapete cosa so ancora di più? Preferisco che questi bambini conoscano il mio amore piuttosto che non averlo mai avuto. Vorrei portare il loro dolore dentro il mio cuore adulto se questo volesse dire che il loro sarebbe un po’ meno nel loro piccolo e triste cuore.

Non c’è nessuna ragione al mondo perché un bimbo di 8 anni debba vedere la mamma venire assassinata senza conoscere l’amore di un estraneo. Mi sembra assolutamente criminale che un bimbo di 2 anni sieda nell’ufficio di un’assistente sociale per due giorni coi vestiti sporchi perché io ho troppa paura di attaccarmi. Mi affeziono. Affezionarmi è stato il piacere e l’onore più grande di tutta la mia vita”.

Il post ha avuto così successo che Rachel ha deciso di sponsorizzare un’associazione no profit che aiuta le famiglie e i bambini dati in affido.

Intervistata dall”Huffington Post Rachel ha raccontato di aver accolto ben 70 bambini in 6 anni.

Alcuni sono stati abusati fisicamente e psicologicamente, alcuni sono risultati positivi a una o all’altra sostanza illegale, alcuni sono stati affidati a lungo termine, altri sono rimasta solo per una breve pausa, caso che si verifica quando i genitori affidatari ospitano i bambini per pochi giorni in modo che i genitori affidatari in carica possano avere un po’ di riposo”.

“Essere genitore affidatario è gratificante ma anche stancante”.

Rachel e suo marito sono diventati genitori affidatari perché avevano problemi a concepire ma le loro motivazioni sono cambiate nel corso del tempo.

Come si può lasciare seduto negli uffici della contea un bimbo di 3 anni mentre guarda Netflix dopo una giornata dura? Penso che duro sia quando sei stato picchiato fino all’ultimo pezzettino della tua vita, duro è chiedersi se oggi mangerai, duro non è “oh devo andare al negozio di alimentari di nuovo perché abbiamo finito il latte”.

Questa donna suggerisce che per essere genitore affidatario è necessaria flessibilità e compassione. A volte i genitori ritornano a prendersi cura dei figli, altre volte vengono spostati per riunirli ai fratelli in una sistemazione più grande.

“Ci sono centinaia di bimbi nelle condizioni del mio ultimo bimbo affidatario. Bambini che potrebbero fare un miglior uso di tante stanze extra che molti americani usano una volta l’anno”.

So che ci saranno altri addii, ma so anche che, un giorno, tra 30 anni, qualcuno busserà alla mia porta e gli anni e le lacrime si scioglieranno e vedrò un volto che riconoscerei ovunque“.

“Se stai vivendo e respirando, se sei stata benedetta nell’avere un cuore che batte vai là fuori e fa’ la differenza. Fai il primo passo. Vai a un incontro per raccogliere informazioni. Hai sentito lo spot: non devi essere perfetta per essere un genitore perfetto. Questa è la verità. Questi bimbi riempiono gli uffici governativi e il nostro dovere è quello di rispondere”.

“Loro hanno bisogno di te. Hanno bisogno di noi”.

Unimamme, voi cosa ne pensate di questo commovente messaggio? Avete mai pensato all’affido?

Noi vi lasciamo con la testimonianza di una donna che è stata adottata e che spiega benissimo cosa sia l’adozione da parte di chi ci è passato.

 

Maria Sole Bosaia

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