C’è una frase che la mia psicologa mi ha detto e che mi porterò sempre dietro: “Per avere una sana indipendenza, bisogna avere una sana dipendenza”. Io e mio marito abbiamo scelto un progetto di vita nel quale stare con le nostre figlie più tempo possibile in modo da creare loro una base sicura per poter poi pian piano staccarsi da noi.
Il primo grande distacco in realtà è già avvenuto: quando Paola ha cominciato l’asilo, ho pianto a dirotto. Per me è stato difficile lasciarla andare – certo non andava in America ma a giocare in una scuola vicino casa – perché so che piano piano lei e Vittoria ci lasceranno per crearsi una propria vita.
Ed è giusto che sia così. Non devono essere noi. Loro non ci appartengono, anche se le abbiamo create. Anche se saranno per sempre le nostre bambine, ad un certo dovranno necessariamente separarsi dalla propria famiglia.
Questo potrebbe accadere anche prima del previsto come ha scritto sull’Huffington Post una mamma, Kristin Bigelov: la donna ha infatti accettato la richiesta della figlia di 13 anni di andare in Francia per uno scambio culturale.
Da allora sono passati alcuni anni e nonostante la giovane età, la ragazzina – che ora ha 17 anni – ha già viaggiato in mezza Europa e conosce 3 lingue, oltre ad avere amici e genitori “adottivi” sparsi un po’ dovunque. Questo ovviamente l’ha resa indipendente e sicura di sé, cosa che sicuramente conterà nel suo futuro per un lavoro e come ovvio anche nella vita.
Chiariamoci: nessun posto è come la propria casa, nessuno. Però non si può costringere i figli a stare sempre con noi, perché sembrerà loro che non potranno fare a meno di mamma e papà. E quando se ne convinceranno sarà poi molto difficile obbligarli- anche se l’età anagrafica lo permetterebbe – a cavarsela da soli. Sì, perché gestirsi la propria vita significa diventare adulti e mettersi alla prova senza il paracadute dei genitori.
Purtroppo oggi i genitori tendono a semplificare la vita dei propri pargoli, magari fanno loro i compiti, li difendono dagli insegnanti a loro modo di vedere troppo severi, non permettano che si prendano delle responsabilità. In questo modo si cresceranno degli adulti fragili e frustrati perché quando si troveranno di fronte ad una prova, magari ad un esame all’università, e non riusciranno a superarla se la prenderanno con tutti tranne che con se stessi.
Se vogliamo bene ai nostri figli, come ovviamente gliene vogliamo, non diventiamo egoisti, non teniamoceli di fianco perché questo fa stare meglio noi. Lasciamoli andare, anche se sarà difficile e doloroso.
Come dice Gibran ne il componimento “I figli”: “Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime. Perché le loro anime abitano la casa del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni”.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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