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Parto o taglio cesareo: come avviene e quali rischi comporta

Hai avuto un parto traumatico? Non restare in silenzio!

Published by
Valentina Colmi

 

Credo che uno dei motivi per i quali io mi sia ammalata di depressione post partum sia stato sicuramente il parto veramente molto brutto. Purtroppo però non se ne parla, liquidando con un generico “alla fine è andato tutto bene” per non dire quello che è accaduto; si dà per scontato che – se il bambino è in buona salute e la mamma è in piedi – allora non ci sono problemi.

Io per esempio ho sentito aprirmi la pancia con il primo parto, forse perché l’anestesia non era sufficientemente potente.

La mia naturalmente non è l’unica storia: Erin Hare, una studiosa di neuroscienze americana nonché mamma, ha condotto un’indagine per capire quanto sia diffusa e i possibili casi di Disturbo Post Traumatico da  Stress legato all’evento parto.

Disturbo post traumatico da stress da parto traumatico: cos’è e come si cura

Erin racconta sul sito publicsourse.org. ad esempio l’esperienza di Aasta Deth, una mamma che per un anno non è riuscita ad abbracciare suo figlio a causa del trauma dovuto al parto. “Dopo che tornavo dal lavoro e dovevo entrare in casa stavo 20 minuti fuori a piangere

Aasta ha subìto infatti un dolorosissimo taglio cesareo a causa di un lungo travaglio. Il bambino per tentare di uscire dopo 4 ore di inutili tentativi si è provocato una vescica sanguinante sul cuoio capelluto e per una settimana è rimasto in terapia intensiva neonatale. Durante questo periodo, la ferita del cesareo si è aperta e si è infettata.

Un’altra mamma, Heather Abbruzzese – quando ha dato alla luce sua figlia quindici mesi fa – ha avuto un’emorragia durante il parto e ha perso tantissimo sangue, tanto da dover intervenire d’urgenza, mettendo un palloncino nell’utero e riempiendolo di soluzione salina per fermare l’emorragia.

Qualche volta non è la vita della madre ad essere in pericolo, ma quella del bambino: per esempio un’altra mamma, Alissa Moss, ha avuto un cesareo d’urgenza alla 36esima settimana per via di un distacco della placenta con il rischio che il bambino soffocasse. Questo ha provocato un enorme stress ad Alissa che non riusciva più a dormire, terrorizzata che potesse accadere qualcosa al figlio.

Molte madri soffrono di disturbo post traumatico da stress (DPTS). Secondo uno studio americano circa un terzo dei parti sono traumatici per le mamme, e comportano sentimenti come sensazione di imminente pericolo e perdita del controllo.

Il trauma può essere “invisibile” e per questo molte donne possono vergognarsi nel raccontare come si sentono, immaginando che gli altri le possano giudicare.

I sintomi del DPTS sono:

  • persistenti flashbacks
  • incubi
  • pensieri terrorizzanti

Cosa bisogna fare allora in questi casi? Sicuramente chiedere aiuto.

Come spesso accade gli operatori sanitari non ricevono una specifica formazione per prevenire  il Disturbo Post Traumatico, ma le ostetriche potrebbero ad esempio spiegare che tipo di intervento si sta compiendo e quali sono i possibili rischi. Un corretto approccio da parte dei sanitari dopo un parto traumatico può sicuramente aiutare le neomamme a gestire meglio lo stress. Mentre spesso manca proprio la comunicazione tra la mamma e i medici sulle procedure da effettuare e effettuate.

Perché tanti disturbi, e io ne sono la prova, si possono evitare.

E voi unimamme, avete delle storie da raccontarci in tal senso?

Valentina Colmi

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