Una mamma, Jenny Studenroth Gerson, ha deciso di condividere alcune riflessioni su cosa significhi avere un figlio, dopo essere stata bersaglio di diversi avvertimenti.
Jenny, blogger di Born to be a Bride, ha scritto un post, pubblicato anche sull’Huffington, e che ha ottenuto migliaia di apprezzamenti. Eccolo tradotto per voi:
“Avrebbero dovuto avvertirmi.
Quando ero incinta tutti mi “mettevano in guardia” su cosa sarebbe successo dopo.
Ho vissuto quei 10 mesi (diciamolo, la gravidanza dura 10 e non nove mesi) assolutamente terrorizzata. Gli avvertimenti mi arrivavano da ogni angolo, nella linea alla cassa da Target, per strada, lasciando scivolare le gambe, uscendo dallo studio di yoga. Avvertimenti, avvertimenti ovunque su cosa stava per accadere, dal dolore straziante, che intorpidiva la mente, al momento del parto, al guscio di me stessa che sarei diventata una volta che avrei avuto lei. Ci sono state volte in cui mi sono sentita come un condannato sul sentiero della morte, cercando di sforzarmi di apprezzare qualche piccolo lusso nonostante la mia taglia e il mio disagio, perché se avessi chiesto in giro, apparentemente, tutte le mie piccole gioie sarebbero finite di lì a poco!
“Goditi tuo marito ora – sarai così consumata dal bambino che non passerete più del tempo insieme quando sarà qui!”. “Investi in un bel costume intero per la prossima estate – il tuo corpo non sarà più lo stesso”. O PEGGIO, da uno delle mie dottoresse, quando ho espresso preoccupazione nel restare sexy per mio marito, “Perderai tutto il peso questa volta, ma con il secondo dimenticalo. Sarai così stanca a quel punto, che non ti interesserà.” Porca miseria!!!
E sapete qual era la mia preferita, “Dormi ora che ancora puoi!” (E l’affermazione sorella “Goditi la pace ora!”, “Fatti le unghie – non te le rifarai prossimamente” e l’altra buona “Non avrai il tempo di docciarti.”). Ma con tutti questi avvertimenti spaventosi che mi hanno fatto sentire come se stesse arrivando la fine del mondo, si sono dimenticati di avvertirmi su ciò che realmente sarebbe avvenuto più avanti.
Avrebbero dovuto avvertirmi che dopo tutte quelle ore di travaglio (metà delle quali con l’epidurale cosa che ha reso il travaglio del tutto sostenibile) la prima volta in cui avrei visto il suo volto il mio cuore sarebbe uscito fuori dal petto e si sarebbe schiantato al suolo.
Avrebbero dovuto avvertirmi che piangere perché sei felice è una cosa, ma è una cosa che non puoi controllare quando tu sei una mamma e tieni la bellezza nelle mani. Quindi è meglio avere i fazzoletti sempre a portata di mano e fare scorta di eyeliner a prova d’acqua.
Avrebbero dovuto avvertirmi che avrei amato mio marito molto di più una volta che fosse diventato il padre del mio fagottino perfetto, tanto che non avrei più potuto ricordare com’era il vecchio amore. Che avremmo avuto sfide, discussioni, bisticci, sicuro, ma che avremmo avuto anche scoperto modi sciocchi di stare insieme guidando per la città mentre lei avrebbe fatto una dormita nel seggiolino. Che ci saremmo inventati nomi ridicoli per lei e che ne avremmo riso tantissimo. Che lui si avrebbe imparato ad assicurare che ci sarebbe stato sempre vino in casa per me e che questa sarebbe stata la cosa più romantica di sempre. Che l’avrei ascoltato di nascosto mentre le cambiava il pannolino dire “Sono papà. Pa-pà. Dirai papà prima di tutto“. E che il mio cuore, di lava colata, si sarebbe di nuovo sciolto fuori dal mio petto e su tutto il pavimento.
Avrebbero dovuto avvertirmi che mangiare in modo salutare, adeguate porzioni di cibo che avrebbero creato abbastanza latte nutriente necessario per la crescita di mia figlia. Che per la prima volta non avrei voluto mettermi a dieta. Che ascoltare all’appuntamento con il pediatra dopo 2 settimane che mia figlia aveva guadagnato abbastanza peso, tutto dal corpo che l’aveva nutrita, mi avrebbe fatta sentita più orgogliosa di qualunque altra cosa. Che il peso da cui sarei stata ossessionata sarebbe stato il suo e che tutto avrebbe girato intorno alla salute. Che il mio corpo sarebbe tornato nei miei jeans in 6 settimane ma che sarei stata troppo comoda coi leggins invece di preoccuparmi di indossare veri pantaloni. E che mio marito mi avrebbe detto che ero sexy. Spesso e con convinzione.
Avrebbero dovuto avvertirmi che, a dispetto della stanchezza, svegliarsi per occuparmi teneramente dei suoi bisogni sarebbe stata la cosa più gratificante che abbia mai fatto. Che quando saremmo state in piedi solo noi due alle 4 del mattino, avrei amato la delicata tranquillità del mondo intero, il gatto ai miei piedi e la bambina allattata nel mio grembo, e avrei pianto perché i giorni erano fuggevoli.
Avrebbero dovuto avvertirmi che guardarla iniziare a crescere nei suoi vestiti da neonata mi avrebbe spezzato il cuore. Che un giorno l’avrei fissata per ore senza curarmi delle scadenze che stavo mancando. Che i suoi piccoli pianti e le urla non mi avrebbero fatta arrabbiare ma mi avrebbero spinta all’azione, che quando l’avrei calmata e tranquillizzata mi sarei sentita una rock star. Che avrei dormito. Forse non tutte le notti e forse non per molte ore di seguito. Ma che il mio maggior disturbo circa il sonno sarebbe stato che mentre lei faceva un pisolino sul mio petto mi sarei preoccupata che fosse per l’ultima volta. Che assaporare il fatto che era appena nata sarebbe stato un lavoro a tempo pieno, il migliore che avessi mai avuto.
Avrebbero dovuto avvertirmi che sarei riuscita a farmi la manicure, ma che sarei rimasta seduta nella sedia per la pedicure messaggiando compulsivamente al suo papà perché mi mancavano entrambi. Che avrei preso una copia di Elle e avrei visto una lacrima cadere sul suo sommario. Sono così tanto rilassanti queste pedicure post partum.
Avrebbero dovuto avvertirmi che diventare una mamma avrebbe cambiato ogni singola cosa, che non avrei mai voluto tornare indietro, e visitare la “vecchia me”, nemmeno per un secondo. Avrebbero dovuto avvertirmi che la mia vita sarebbe diventata così ricca, bella e appagante, che avrei guardato indietro a chi ero e avrei pensato: “Povera me. Non la conoscevo ancora”.
Unimamme voi cosa ne pensate di queste parole? Anche voi eravate terrorizzate? Che tipo di avvertimenti avete ricevuto?
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