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“Quarto trimestre”: ecco perché i bambini amano essere tenuti in braccio

Published by
Valentina Colmi

Avete mai sentito parlare del quarto trimestre? Si tratta dei primi tre mesi di vita del bambino, quelli in cui il piccolo è ancora convinto di essere ancora nella pancia della mamma e per questo alcuni suoi comportamenti – che vi sembreranno abbastanza bizzarri – in realtà sono frutto della sua voglia di continuare a vivere dentro l’utero materno.

Effettivamente i primi tre mesi di vita sono i più duri, come spiega la psicologa nonché doula Sarah Ockwell-Smith sull’Huffingtonpost, anche perché un quarto dei bambini soffre di coliche, spesso con pianti inconsolabili dei piccoli e gli adulti spesso non sanno più cosa fare.

Purtroppo appunto non si considera che i neonati devono adattarsi al mondo esterno: sono stati 9 mesi dentro un ambiente sterile, autopulente, ad una temperatura ideale, nuotando e dormendo beatamente. Non piacerebbe anche a voi? Per questo magari piangono o vogliono stare in braccio, perché vogliono ricreare l’esperienza del pancione.

In realtà si può cercare di riprodurre anche al di fuori quello che il piccolo sentiva dentro la pancia, ecco come.

Quarto trimestre: come far adattare il bambino alla vita fuori dall’utero

  • Movimento: le contrazioni di Braxton Hicks, che arrivano a fine gravidanza, cullano ritmicamente il bambino fino al parto. Muoversi dolcemente dopo la nascita o provare una danza lenta può essere l’ideale per ricreare la sequenza del pancione.
  • Rumore: i bimbi amano i cosiddetti rumori bianchi o rosa, ovvero quelli costanti. Per alcuni addirittura il suono di una lavatrice o di phon è più rilassante di una ninnananna.
  • Posizione: tenere il bambino in una posizione naturale, pancia in sotto, ossia sostenendolo con un braccio (posizione della “tigre nell’albero” nello yoga per bambini) e posizionando la mano all’altezza del pancino, aiuta i piccoli a calmarsi quando hanno mal di pancia.
  • Allattare: se i bambini sono arrabbiati non c’è niente che li possa calmare. A volte basta solo porgere il seno, magari per una breve “ciucciata” per essere confortati anche quando non hanno fame.
  • Fare il bagnetto: i bambini sono abituati a stare nel liquido amniotico, per questo motivo, di solito, fare il bagnetto, soprattutto la sera, può aiutare i bimbi a rilassarsi. Si può fare il bagno anche pelle a pelle con la mamma e il papà dentro la vasca: è l’ideale per rilasciare l’ossitocina – l’ormone della felicità – in entrambi i genitori e nel piccolo.
  • Portare in fascia: questa è un’esperienza che ricorda al bimbo quando era nella pancia.
  • Co-sleeping: nonostante ci siano controversi dibattiti sul fatto che faccia bene o meno condividere il letto con il bimbo, per esempio per quanto riguarda la sicurezza, è anche provato che sentendo vicino la presenza dalla mamma o del papà il bimbo si calma e riesce a rilassarsi (e forse a dormire).

E voi unimamme quali di questi accorgimenti avete adottato o state adottando?

Valentina Colmi

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