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Attaccamento: la relazione emotiva studente-insegnante è fondamentale

Published by
Maria Sole Bosaia

In passato vi avevamo già parlato di come rispondere ai bisogni dei bambini in tenera età sia di fondamentale importanza per il loro sviluppo cognitivo. Lo scienziato John Bowlby, lo ricordiamo, ha definito l’attaccamento come “una connessione psicologica duratura tra esseri umani”. Importante è anche la relazione emotiva studente-insegnante.

Attaccamento nel rapporto con l’insegnante: come migliorare la relazione emotiva studente-insegnante

Un bambino dipende dagli adulti e nel momento in cui i suoi bisogni vengono soddisfatti con sensibilità e si crea un senso di affidabilità con chi si occupa di lui, egli crea le abilità per:

  • regolare emozioni,
  • ridurre la paura,
  • adattarsi agli altri,
  • sviluppare empatia
  • aumentare consapevolezza e comprensione morale

Se invece un bimbo non trova un adulto affidabile su cui far conto nei momenti di stress, l’abilità di auto-consolarsi, di gestire le emozioni, ingaggiare relazioni reciproche viene diminuita, durante l’infanzia, l’adolescenza e oltre.

Senza una connessione emotiva profonda durante l’infanzia il sistema neurologico non si sviluppa come dovrebbe. Le recenti ricerche  che l’80% dei bimbi che hanno un disturbo da deficit di attenzione/iperattività hanno avuto qualche problema riguardante l’attaccamento, ossia le relazioni emotive con adulti di riferimento.  Nelle classi considerate i bambini che hanno avuto disturbi dell’attaccamento tengono un comportamento non condiscendente e problematico. Le risposte a questo comportamento, come le punizioni, non funzionano e sono persino pericolose. Quando le punizioni comuni non funzionano queste diventano ancora più rigide. L’espulsione, che è poi la cosa che questi bambini temono di più, diventa inevitabile.

Una relazione positiva dei bambini con gli adulti a scuola consente loro di funzionare in modo efficiente. La relazione tra alunni e studenti diventa ancora più significativa mano a mano che i ragazzi crescono, essa è ancora più importante per i ragazzi che sono a rischio dal punto di vista scolastico, come si legge su Teenschooling. Uno studio sui ragazzi tra gli 11 e i 18 anni, i maschi in modo particolare, ha dimostrato che questi avvertono un declino per quanto riguarda l’ascolto da parte degli insegnanti. Sono riluttanti ad avvicinare gli insegnanti per un sostegno emotivo, perché gli manca la fiducia negli adulti, inoltre non sono sicuri di come reagirebbero questi adulti sempre così impegnati. Per i bambini insicuri per quanto riguarda l’attaccamento, niente è più importante di una relazione educativa. Si formano così modelli positivi attraverso l’esperienza.

Per ridare fiducia a un ragazzo che è insicuro, niente è più importante di una relazione arricchente. Gli insegnanti svolgono un ruolo privilegiato in questo: possono “curare” questi ragazzi grazie a esperienze relazionali positive. Un attaccamento secondario sicuro tra studente e insegnante può rimodellare i comportamenti e consentire lo sviluppo di atteggiamenti più sicuri, con un impatto anche sui risultati accademici. Certo, non tutti gli insegnanti hanno la prontezza o la sensibilità per sostenere questo tipo di rapporti. Per avere successo con questi bambini bisogna ricordare la figura di un genitore affidabile, l’adulto che ci sarà sempre, non importa cosa faccia il piccolo, che perdonerà gli errori, andrà avanti e ricostruirà. I genitori lo fanno continuamente anche se si tratta di una sfida continua. L’attaccamento amichevole con gli insegnanti comunica tutto questo.

L’allenamento emotivo aiuta i ragazzi a comprendere le diverse emozioni che sperimentano, il perché succedono e come devono gestirle. Questo tipo di relazione promuove lo sviluppo dell’empatia e una miglior auto amministrazione e regolazione. Ecco alcuni consigli per promuovere l’allenamento emotivo:

  • riconoscere, sottolineare ed enfatizzare i sentimenti dando loro un’etichetta: cercare di vedere le cose dalla prospettiva dei bimbi. Usare le parole per calmare, non in modo critico ciò che stanno vedendo e ascoltando
  • mettere dei limiti (se necessario): mettere dei limiti e rendete noto che certi comportamenti non saranno accettati, preservando la dignità dei bambini
  • risolvere i problemi: quando il bimbo è calmo esplorate le emozioni che hanno causato il suo comportamento, proporre alternative e azioni che i bimbi possano tenere in considerazione, aumentare la consapevolezza dei bimbi che le difficoltà possano essere superate e i sentimenti compresi

LEGGI ANCHE —> IL CERVELLO DEGLI ADOLESCENTI SI “SPEGNE” QUANDO LE MAMME LI CRITICANO, DICE LA SCIENZA

Unimamme, voi cosa ne pensate di queste considerazioni? Siete d’accordo anche voi che un buon rapporto tra insegnante e studente sia fondamentale?

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Maria Sole Bosaia

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