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Scuola

Bimba di 7 anni vittima di bullismo in una scuola di Milano ma non va detto

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Valentina Colmi

E’ la giornalista e blogger Selvaggia Lucarelli a parlare pubblicamente dell’episodio che è accaduto – o sarebbe accaduto, visto che si tenta di minimizzare il tutto – in una delle scuole private più conosciute d’Italia, il San Carlo, dove studiano i figli di tutta la Milano bene, la prole di medici, avvocati, giornalisti importanti. L’episodio riguarda una bambina di appena 7 anni che è stata vittima dei bulli che hanno – udite udite – 10 anni.

La voce era prima un chiacchiericcio, poi è diventata qualcosa di più, ma- come dice la Lucarelli nel suo pezzo su Il Fatto Quotidiano – “Quando succede qualcosa al San Carlo, è sempre difficile ottenere risposte o dichiarazioni dalla scuola e talvolta pure dalla stampa. C’è sempre qualcuno che ti dice “No, ma sai, lì ci va il figlio di o il nipote di, lascia stare.Il rettore tace. I genitori chiacchierano, ma tra di loro. L’etichetta della scuola delle famiglie bene va preservata“.

Bambina vittima di bullismo nella scuola della Milano bene ma tutti tacciono

Secondo infatti una prima ricostruzione ufficiale, qualche mattina fa, durante la ricreazione quattro studenti di 10 anni hanno cominciato ad infastidire una bimba di 7, dicendole che si doveva chinare per terra, che le donne non studiano ma puliscono solo il pavimento. Da qui in poi i contorni si fanno confusi, “c’è chi dice che l’abbiano picchiata in due e gli altri due stavano a guardare, c’è chi dice che abbiano partecipato tutti e quattro. Fatto sta che la bambina inizia a vomitare, viene portata in infermeria e più tardi in ospedale. Diagnosi: infrazione a una costola. Ora da giorni P. si rifiuta di tornare a scuola, i genitori riferiscono che è molto turbata, temono per le ripercussioni psicologiche della vicenda” scrive la Lucarelli. La scuola parla parla di “normali dinamiche di gioco“.

I quattro bambini, di cui uno sembrerebbe figlio di un noto giornalista, non hanno avuto punizioni esemplari: pare infatti che solo due siano stati sospesi.

L’avvocato della famiglia della vittima sta cercando di capire come la scuola si muoverà, nel frattempo anche qualcuno dei genitori comincia ad arrabbiarsi, a chiedersi comunque come mai non si parli chiaramente di bullismo, perché di questo si tratta.

Il pro rettore Don Alberto Torriani ha allora inviato una circolare a tutte le famiglie dicendo che per lui il termine “gioco” usato nella versione data alla stampa ha un significato molto serio, aggiungendo che “Il San Carlo non vuole nascondere o insabbiare, lascio ad altri queste letture e questi linguaggi che non mi appartengono”, anche se spera che tutto si risolva “senza il brusio delle preoccupazioni e la eco dei giornali”. Inoltre, nella circolare si parla di prendere contatto con una struttura specializzata del Fatebenefratelli, senza nominare mai il fatto che tale struttura è appunto specializzata in bullismo.

Purtroppo il bullismo non è una ragazzata, una cosa che è sempre esistita, qualche scaramuccia tra studenti. Finché non la smetterà di minimizzare il problema e non lo si affronterà in faccia, sono i bulli ad avere vinto.

Diverse le cose che spaventano e che devono farci riflettere:

  • la giovane età dei bulli (si parla di scuola elementare!)
  • il fatto che a scatenare il tutto sia stata una battuta sul generesei donna e quindi puoi solo fare le pulizie
  • la provenienza dei bulli, non si parla di degrado, di povertà che spesso è anche povertà educativa, ma di figli di famiglie facoltose, dalle quali ci si aspetta forse di più. Così come ci si aspetterebbe qualcosa di più e/o di meglio da scuole cattoliche.
  • il voler minimizzare, di fatto tacendo, questi casi e non aprire gli occhi sulla reale necessità di formare, sin dalla materna, i bambini su ciò che significa rispetto e empatia.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Valentina Colmi

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