Una storia non proprio recente che però è stata resa pubblica solo ora, mentre prima era rimasta confinata nei media locali.
I fatti sono accaduti il 21 settembre 2015 in una scuola di Roma: la maestra di una classe elementare aveva portato i suoi alunni fuori in cortile a giocare. Alla fine dell’intervallo non si è accorta che uno mancava, perché non aveva rifatto l’appello; inoltre, una volta tornata in classe non aveva notato una sedia vuota.
Il bambino o la bambina – l’identità non è stata resa nota – è rimasto sotto un albero ed è stato trovato da due mamme a cui si era avvicinato perché impaurito. A questo si somma il fatto che i cancelli della scuola fossero rotti, quindi il piccolo sarebbe potuto uscire o qualche malintenzionato avrebbe potuto entrare.
Maestra dimentica alunno nel cortile ed è accusata di abbandono
La distrazione è costata cara alla maestra: il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Silvia Santucci hanno chiuso le indagini, rinviando a giudizio l’insegnante che se dovesse arrivare a dibattimento potrebbe anche subire un procedimento disciplinare da parte del Ministero dell’Istruzione. Per il momento è stata accusata di abbandono di minore.
Il caso è rimasto sotto silenzio per un po’, ma ora che è venuto alla luce ha destato scalpore.
Queste le questioni aperte:
- E’ giusto che un’insegnante – magari con 25 alunni e lei da sola – faccia nuovamente l’appello all’interno di una struttura scolastica? In teoria gli alunni dovrebbero essere tutti presenti e immagino che la scuola non sia grande quanto il Duomo di Milano.
- La maestra avrà anche commesso una dimenticanza, ma perché i cancelli non erano a norma? Perché prima di pensare che sarebbe potuto accadere un incidente e addossare tutta la colpa all’insegnante, la scuola non era in sicurezza?
- Perché poi il bambino non ha ubbidito alla maestra quando ha detto di rientrare in classe? Era distratto, non ha sentito? Chiediamoci anche questo.
- Perché non c’è più un’alleanza tra scuola e famiglia? Si dovrebbe lavorare insieme per i propri figli, non mettersi l’uno contro l’altro. Credo che si dovrebbe stare di più dalla parte di chi insegna, senza pretendere l’impossibile.
- In teoria poi nell’ora di ricreazione non dovrebbero esserci più persone a controllare? Io che ho due figlie faccio fatica a tenerle a bada in casa, figuriamoci 25 in uno spazio più grande.
- Colpisce inoltre che in questa storia nessuno faccia sconti a nessuno. Non ci si riesce a mettere nei panni dell’altro, quasi a dire ” a me non capiterà mai”.
Io sono dalla parte della maestra, lo dico apertamente. Forse dovremmo riflettere di più sul difficile compito di chi insegna e anche sul nostro ruolo di educatori.
E voi unimamme cosa ne pensate?