Non si tratta, purtroppo, solo di voci, ma di fatti riportati da moltissimi testimoni e da enti che hanno raccolto le loro dichiarazioni.
Nel 2014 una pubblicazione del segretario generale delle Nazioni Unite dedicata ai bambini e al conflitto siriano evidenzia come siano state raccolte prove di violenza sessuale verso i bambini nei luoghi di detenzione gestiti dal governo.
Le violenze sui figli vengono usate come minaccia per i genitori affinché si consegnino oppure confessino. In pratica, lo stupro di bambini e bambine è diventato un’arma nelle mani del regime viene spiegato.
Presso Antakya, all’estremo nord della Turchia, si sono rifugiate alcune persone che hanno preso parte alle violenze contro i minorenni siriani o che hanno favorito e chiuso un occhio su tali abusi.
Tra di esse c’e anche l’ex direttore del carcere di Aleppo ha ricordato il 18 luglio del 2012 quando, nelle prime ore della rivoluzione, il carcere si è riempito fino ad ospitare 7500 prigionieri.
“Quando me ne sono andato nel carcere di Aleppo c’erano 1000 minori, in maggioranza erano veri criminali, gli altri erano trattenuti per fare pressione sui genitori, il più giovane aveva 13 anni“ ha dichiarato l’ex carceriere, come si legge su Internazionale.
L’uomo ha raccontato che, secondo le direttive di Damasco risalenti al 2011, non si dovevano fare più differenze tra detenuti maggiorenni e minorenni.
Secondo il governo, siccome i bambini partecipavano alle manifestazioni insieme agli adulti, non dovevano avere celle riservate. I prigionieri più anziani quindi si approfittavano dei minori, li sfruttavano, li costringevano a fare il bucato, a lavare i piatti e infine li violentavano.
Sema Nassar, un’attivista che ha lavorato sulle violenze sessuali sulle donne in Siria aggiunge la sua testimonianza: “le violenze sui bambini vengono esercitate da guardie, aguzzini e da detenuti più potenti che approfittano di loro”.
Un altro luogotenente del carcere, Abdelharim Mihbat, spiega che non fare più differenza in carcere tra donne e bambini era uno stratagemma per terrorizzare la popolazione e indurla a cessare le proteste. Così i ragazzi che hanno più di 13 anni finiscono nelle celle degli adulti, dove subiscono violenze.
Purtroppo la pratica di imprigionare i bambini non è nuova, il blogger Wladimir Glasman ha riportato che tra il 1980 e il 1986 600 bambini siriani sono stati fatti prigionieri politici. Tutto questo perché avevano parenti affiliati a un gruppo di oppositori a Damasco. In questo modo si è creato il precedente.
Le violenze sessuali, non si limitano alle prigioni, ma si verificano ai posti di blocco, alle incursioni, durante le perquisizioni nelle case, ecc.
“Con la rivoluzione non c’è stato più un limite” ha dichiarato Abdulfatah Homsi, direttore generale dell’intelligence militare. I militari erano quindi autorizzati a portar via tutta la famiglia degli oppositori se questi non erano in casa.
Il colonnello Khaled che si è unito all’opposizione al regime riferisce di aver captato le comunicazioni delle forze governative che dialogavano con i walkie talkie. “Parlavano delle violenze sessuali sulle donne per demoralizzarci”.
Nella zona di Daraa gli obiettivi designati sono i bambini, armi per terrorizzare i ribelli.
Un ex detenuto che ha assistito a questa situazione rincara la dose: “le violenze sessuali sono cominciate quando la rivoluzione ha preso le armi. Per terrorizzare la gente. Quando le storie sono uscite dalle carceri, i siriani hanno avuto paura che i loro figli sarebbero stati stuprati”.
Secondo il report of the Independent International Commission of Inquiry on the Syrian Arab Republic tutti questi aguzzini continuano a perpetrare i loro abusi impunemente. La paura che a figlio possa capitare una delle violenze sopra citate è uno degli elementi che hanno spinto tanti profughi ad abbandonare il loro paese.
Zeroimpunity ha contribuito a raccogliere le diverse testimonianze, insieme ai documentaristi attivi Nicolas Blies, Stéphane Hueber-Blies e Marion Guth che hanno lanciato una petizione al Direttore Generale dell’ONU su Change.org per fermare gli stupri dei bambini in Siria. Il loro obiettivo è convincere l’ONU a svolgere un’indagine indipendente dedicata specificamente alle violenze sessuali contro le bambine e i bambini in Siria.
Unimamme, capiamo che si tratta di notizie molto forti da digerire, noi speriamo sempre che la consapevolezza di questa realtà possa spingere chiunque a dare aiuto, in qualunque modo, alle persone che fuggono da questo Paese martoriato.
Voi firmerete la petizione?
Noi vi lasciamo con la drammatica storia dei tentati suicidi da parte dei bambini in una città siriana assediata e non raggiunta dagli aiuti.
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