I bambini sono attenti nell’osservare il mondo più degli adulti. Chi lo dice che i bambini sono distratti e non hanno piena cognizione del mondo che li circonda? Si tratta di un luogo comune piuttosto diffuso, ma che non corrisponde alla realtà dei fatti.
Alcuni studi scientifici e ricerche di psicologia hanno infatti dimostrato che l’attenzione dei più piccoli per il mondo circostante consente loro di cogliere molti più dettagli rispetto agli adulti. Una tesi già da tempo sostenuta da molti, ma che ora ha delle basi scientifiche.
Se i bambini spesso sembrano avere lo sguardo perso in fantasticherie e non concentrato sulla realtà come accade per gli adulti, allo stesso tempo sono in grado di vedere molte più cose rispetto ai loro genitori, che rimangono piuttosto focalizzati su un unico obiettivo.
La concentrazione selettiva, infatti, ci fa perdere tutto un mondo di sfumature e colori che invece non sfugge ai bambini. Non a caso si dice che i più piccoli abbiano il potere di vedere cose di cui gli adulti non sono capaci. Spesso nei film, nei libri e nelle favole ad esempio si racconta di bambini in grado di vedere gli angeli.
Una ricerca scientifica ora ci conferma che scrittori e sceneggiatori non si erano poi così discostati dalla realtà. Uno studio dell’Università Statale dell’Ohio, pubblicato sulla rivista scientifica Psychological Science, ha dimostrato che i bambini colgono molti più dettagli e sfumature nell’ambiente che li circonda che non gli adulti.
La ricerca è intitolata “Costs of Selective Attention: When Children Notice what Adults Miss“, “I costi dell’attenzione selettiva: quando i bambini notano quello che sfugge agli adulti“. Lo studio è stato condotto dai professori Daniel Plebanek e Vladimir Sloutsky del Cognitive Development Lab dell’Università dell’Ohio.
I ricercatori americani hanno studiato adulti e bambini, il loro diverso modo di osservare gli oggetti e come ne colgono le differenze. Lo studio ha preso in esame:
Durante l’esperimento sono state mostrate ai due gruppi alcune immagini di forme verdi e rosse. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di prestare attenzione alle forme rosse e ignorare quelle verdi.
Nella seconda parte dell’esperimento, hanno mostrato ai partecipanti un’altra serie di immagini rosse e verdi e hanno chiesto loro se le forme erano le stesse oppure se erano differenti.
In risposta al test, gli adulti si sono dimostrati più bravi dei bambini ad accorgersi quando le forme rosse erano cambiate. Un risultato che non sorprende, poiché gli adulti sono più bravi a focalizzare l’attenzione su un oggetto e ad imparare di conseguenza. I bambini però hanno battuto gli adulti sulle forme verdi, quelle che all’inizio gli scienziati avevano detto di ignorare.
La conclusione è che gli adulti imparano ad osservare solo l’oggetto al centro dell’attenzione, mentre i bambini imparano anche dallo sfondo e dal contesto circostante.
Il luogo comune sui bambini che non riescono a stare attenti è così presto smentito. Si tratta di un’attenzione diversa, ovviamente. Infatti, quando diciamo che i bambini non sono in grado di fare attenzione, in realtà vogliamo dire che non osservano il mondo come fanno gli adulti.
I bambini imparano tutto quello che possono dal mondo che li circonda, anche se questo può voler dire che vengono distratti da altri oggetti nell’ambiente, come un aeroplano che passa nel cielo o un oggetto per terra. E probabilmente è questo uno dei motivi per cui noi adulti li riprendiamo se notiamo che si distraggono: in realtà siamo noi che al loro posto lo faremmo, loro probabilmente no, semplicemente ampliano il loro campo di osservazione.
Gli adulti invece si concentrano su una sola cosa e agiscono rapidamente, anche se questo può voler dire ignorare l’ambiente che hanno intorno. In altre parole: i bambini esplorano, mentre gli adulti utilizzano.
La morale per gli adulti è che alle volte essere troppo focalizzati sui nostri obiettivi immediati può farci perdere opportunità inattese. Qualche volta concentrarsi di meno può permetterci di vedere di più. Prendiamo esempio dai bambini.
E voi unimamme, siete d’accordo con i ricercatori americani? Avete notato anche voi questa capacità di osservare il mondo nei vostri bambini?
Vi ricordiamo infine il nostro articolo sulla vista nel neonato e su come si sviluppa da 0 a 6 anni.
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