È un’amara realtà ma, come già abbiamo detto in altra occasione, il 51% dei condannati per pedofilia torna a casa.
Quello che, però, troviamo del tutto assurdo è che un pedofilo che si è approfittato di una bambina di soli 7 anni sia libero per colpa della giustizia italiana.
Patrigno pedofilo prosciolto per prescrizione
Sembra un’assurdità della peggiore specie e, invece, è la realtà. A poco, anzi a nulla, servono le parole di scuse del giudice della Corte d’Appello di Torino nei confronti della vittima, della sua famiglia e dell’intera popolazione. È un boccone troppo amaro da mandare giù.
Reati del genere non dovrebbero mai andare in prescrizione.
Questi i fatti: nel 1997 quest’uomo ha abusato della figlia della convivente, approfittando dei momenti in cui lei era assente. La bambina, all’epoca di soli 7 anni, è stata ritrovata in strada che vagava in stato confusionale. Portata in ospedale, sono stati evidenziati diversi segni di violenza e infezioni sessualmente trasmesse. La bambina ha poi raccontato tutto ed è iniziato così il processo.
A distanza di ben 10 anni, nel 2007, arriva la sentenza di primo grado del tribunale di Alessandria che condanna giustamente l’uomo a 12 anni di carcere. Ma il condannato fa appello, e il processo si sposta dal Tribunale di Alessandria a quello di Torino, dove tutto si arresta.
Passano così altri 9 anni e il reato va in prescrizione (sono infatti passati 20 anni dai fatti), come annunciato dalla Corte d’Appello di Torino. Il giudice della Corte d’Appello, Paola Denzani, si è anche scusata ma non basta. Quell’uomo è libero e la bambina, oramai divenuta una donna, non ha ancora trovato giustizia.
Di chi è la colpa se non della legge italiana che permette che accadano casi del genere? Dov’è la certezza della pena, soprattutto quando si parla di minori o di reati gravi che riguardano la persona? Quando verrà realizzata una doverosa e urgente riforma del sistema giudiziario italiano?
Come possiamo sperare in una tutela dei nostri figli? Come possiamo fidarci della giustizia?
E voi unimamme cosa ne pensate di questo triste caso di ‘malagiustizia’?