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I “nonni” abbandonati: in Italia la maggior parte degli anziani è indigente

Published by
Francesca Nicoletti

Sempre di più sono le persone anziane abbandonate a se stesse che affrontano, con difficoltà, il quotidiano.

Il Papa, in un suo recente discorso, ha lanciato un monito ‘Abbandonare i nonni è peccato mortale’.

Un altro allarme arriva oggi. Tanti sono gli anziani ma lo Stato non li tutela.

Anziani in Italia: rischiamo di diventare un Paese di vecchi poveri

Il presidente dell’Associazione per l’invecchiamento attivo, Enzo Costa, ha fatto suonare un campanello d’allarme. Secondo l’Istat nel 2050 ci saranno circa 22 milioni di anziani, ovvero il 35% della popolazione. La maggior parte di loro vivrà male anche perché lo Stato continua a tagliare i fondi a loro rivolti.

Enzo Costa, in un’intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato: «In Italia oltre 500 mila famiglie si sono indebitate per sostenere le spese di assistenza ai propri cari non più autosufficienti.”

Infatti tra le due modalità a cui si ricorre in caso di anziani non autosufficienti, la domiciliarità è la principale (2.5 milioni contro i 278 mila anziani presso le strutture). Ecco però che molte famiglie, utilizzano i risparmi e in molti casi vendono l’abitazione (anche solo la nuda proprietà) per sostenere i costi di assistenza.

Aggiunge inoltre che l’Italia è l’unico paese in Europa dove esiste il fenomeno “badanti”, che altro non è se non il modo con cui sopperire alla mancanza dello Stato. Si parla di fenomeno, perché non è noto il numero di lavoratrici o lavoratori che svolgono questo lavoro. Dai dati dell’INPS (che non include chi lavora in nero)risulta che nel 2015 circa il 42% dei lavoratori domestici sono badanti (percentuale che è cresciuta tantissimo in questi anni: solo nel 2009 rappresentavano solo il 26%). Le donne, che rappresentano la maggior parte, sono inoltre per lo più straniere provenienti da

  • paesi dell’Europa dell’est,
  • paesi dell’America del Sud
  • paesi dell’Africa del nord.

Sta però aumentando anche il numero delle assistenti famigliari italiane, circa il 19%.

 

Il dato preoccupante è che se già oggi è difficile arrivare a fine mese in modo dignitoso, facendo affidamento sull’aiuto dei familiari, nel 2050, quando ci saranno davvero troppe persone in là con l’età sarà un’impresa assurda. Ci saranno infatti più persone anziane che ragazzi con età inferiore ai 16 anni.

Lo Stato continua a latitare e non investe. Il Fondo nazionale per le politiche sociali, che è il primo canale di finanziamento, continua a diminuire di anno in anno e ciò non lascia intravedere speranze.

Secondo i dati Istat l’Italia è il Paese più vecchio d’Europa, ben il 21,4% degli italiani ha un’età maggiore ai 65 anni e il livello di longevità è in costante aumento. Per tale motivo l’Auser ha pensato a una serie di proposte ad hoc per non trovarci impreparati a gestire l’avanzare dell’età e a garantire agli anziani una vita dignitosa, soprattutto per coloro che non potranno essere autosufficienti.

Il presidente Costa, riguardo questa previsione del futuro, ha dichiarato, forte dei dati di una ricerca sulla condizione “Domicialirità e residenzialità per l’invecchiamento attivo“, che l’Auser ha individuato un pacchetto di proposte chiare e concrete per promuovere una “cultura dell’invecchiamento attivo“, tra cui:

  • istituire il fondo unico per la non autosufficienza;
  • adeguare il patrimonio immobiliare degli anziani perché possano restare a casa loro il più a lungo possibile (molte case sono vecchie e prive di ascensore);
  • riconoscere professionalmente il lavoro delle “badanti” istituendo il  “registro degli assistenti familiari” per facilitare la ricerca di assistenti qualificate, sostenere la crescita professionale e l’inserimento lavorativo e far emergere il lavoro nero;
  • ampliare l’offerta dei posti nei presidi per anziani;
  • migliorare la qualità di queste strutture;
  • prevenire e reprimere i comportamenti illeciti.

Ebbene, allora, in virtù del fatto che nel 2050 ci saranno più anziani che giovani cerchiamo di essere lungimiranti e organizzarci al meglio per poter vivere meglio. Confidiamo nello Stato che possa prendere coscienza e inizi a investire in strutture capaci di essere d’ausilio alle persone anziane.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Francesca Nicoletti

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