Il cyberbullismo purtroppo è diventato un male sociale sempre più diffuso. Tanti ragazzi sono vittime di attacchi sul web e soprattutto sui social da parte dei cosiddetti cyberbulli. Si tratta di ragazzi problematici e violenti, spesso disadattati, che prendono di mira i loro coetanei più fragili.
Insulti, minacce, aggressioni verbali, cattiverie gratuite, stalking, diffamazioni, fino ai furti di identità, di foto, video e messaggi per essere pubblicati con intenzioni malevole, esponendo il “bersaglio” a vere e proprie gogne mediatiche. Sono queste le azioni dei cyberbulli.
Alle volte sono commesse per leggerezza o superficialità, magari per seguire lo spirito del branco, altre invece con autentica cattiveria, diretta a fare male sul serio. Ferite che lasciano segni profondi in bambini e ragazzi presi di mira dai bulli.
Gli adulti possono correre il rischio di sottovalutare queste situazioni, che spesso i figli tengono per sé, evitando di parlarne. Una sottovalutazione pericolosa, perché nei casi più gravi le conseguenze possono essere tragiche. Purtroppo i ragazzini umiliati dai cyberbulli possano arrivare anche al suicidio. La cronaca ha già riportato diversi casi. Ragazzi fragili presi di mira, letteralmente linciati sui social dai loro compagni e che non avendo gli strumenti morali e psicologici per affrontare questo tipo di aggressione finiscono per esserne schiacciati.
Il cyberbullismo è un mostro, che colpisce due ragazzi su tre, secondo alcune statistiche di esperti del settore. Mentre un report di Telefono azzurro segnala che almeno un episodio di bullismo online ha coinvolto il 52% dei ragazzi e delle ragazze tra gli 11 e i 14 anni in Italia. Non tutti ne cadono vittime. C’è chi è in grado di reagire e stroncare il fenomeno sul nascere, prima che degeneri e possa avere conseguenze irreversibili.
Per aiutare i ragazzi ad affrontare questo grave problema sono stati messi a punto diversi interventi. Incontri, studi, seminari per ragazzi hanno mobilitato educatori, psicologi, insegnanti e genitori. Tra i tanti metodi di contrasto al cyberbullismo ve ne vogliamo segnalare uno davvero efficace.
Si tratta di Zanshin Tech, la prima arte marziale digitale per difendersi dal cyberbullismo che impiega le tecniche di difesa e la disciplina delle arti marziali. Un metodo innovativo ed efficace che si basa sul rispetto e sull’onore. Un modo per smontare efficacemente i cyberbulli senza reazioni violente. L’azione di difesa consiste nel neutralizzare le offese e le aggressioni.
Zanshin Tech è un’associazione di promozione sociale che insegna agli adolescenti a difendersi dagli attacchi online utilizzando le tecniche della sicurezza informatica, combinate con quelle delle arti marziali.
Zanshin Tech fornisce ai ragazzi, a partire dagli 11 anni, gli strumenti per riconoscere i meccanismi del cyberbullismo e neutralizzarlo. L’obiettivo dell’associazione è quello di aiutare gli adolescenti a stare sul web e sui social in sicurezza.
L’Associazione è nata a Genova nel 2014 e si sta diffondendo in molte altre città italiane. A livello nazionale è dotata di un Consiglio dei Sensei, un organismo centrale che si occupa di sviluppare il metodo di difesa dal cyberbullismo con la tecnica delle arti marziali.
Il consiglio è composto dai quattro maestri fondatori e da tutti i Sensei (maestri) che hanno raggiunto l’ottavo Dan (bracciale nero), ovvero il massimo livello di formazione. Il grado di preparazione di allievi e maestri è misurato, secondo una gerarchia, dal colore dei bracciali, come il colore delle cinture nelle arti marziali, dal bianco al nero.
Il luogo dove lo Zanshin Tech viene insegnato si chiama Dojo. Si tratta di una palestra con aula di informatica. Nuovi Dojo hanno aperto e stanno aprendo in tutta Italia.
Durante le lezioni si studiano i casi di cyberbullismo, vengono analizzate le tecniche utilizzate negli attacchi e viene insegnato ai ragazzi a gestire l’aggressione e neutralizzarla. Inoltre, i ragazzi imparano come sono fatti un computer e uno smartphone e come funzionano i social network. Non solo, i ragazzi imparano a difendere i più piccoli e ad aiutarsi a vicenda.
Formare un gruppo è fondamentale, di solito, infatti, i bersagli dei cyberbulli sono i ragazzi soli. In gruppo ci si difende meglio. Viene utilizzata una particolare tecnica, chiamata “il triangolo“: ogni ragazzo, Guerriero, affronta un’aggressione o un pericolo insieme ad altri due Guerrieri. L’unione fa la forza.
La parola Zanshin viene dal giapponese ed indica lo stato di vigilanza che un maestro di arti marziali deve avere prima e durante un combattimento. In italiano può essere tradotta con l’espressione “essere preparati per essere pronti“.
Gli allenamenti di questa arte marziale digitale si tengono una volta a settimana e la prima regola è quella della non violenza che consiste nel “non usare ciò che si impara per fare del male“. Oltre alle lezioni con i maestri nei Dojo, i ragazzi possono esercitarsi a casa con i materiali da scaricare dal web.
Le lezioni di Zanshin Tech seguono i riti delle arti marziali tradizionali:
Insegnamenti che aiutano i ragazzi a diventare responsabili e ad aiutarsi l’uno con l’altro, e a sostenere soprattutto i più deboli. Insomma, una bella palestra di vita.
Per conoscere più a fondo l’associazione ZanshinTech e trovare i Dojo più vicini a casa vostra vi segnaliamo il loro sito web: www.zanshintech.it
E voi Unimamme, che ne pensate di questa disciplina? Conoscete direttamente casi di cyberbullismo? I vostri figli ne sono stati mai coinvolti?
Vi ricordiamo che lo scorso 7 febbraio si è tenuta la prima giornata nazionale contro il cyberbullismo, con uno studio del fenomeno e le proposte per contrastarlo.
VIDEO: Zanshin Tech, la prima arte marziale digitale contro il cyberbullismo
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