Avete mai sentito come parlano i vostri bimbi? Delle volte sbagliano parole o verbi, ma sono comunque molto divertenti quando li si ascolta. Ricordate l’aggettivo “petaloso” che venne inventato da un bimbo di 8 anni e che è entrato nel vocabolario dell’Accademia della Crusca? Di solito i più piccoli per imparare a parlare inventano diverse parole e neologismi, soprattutto per quando riguarda i tempi verbali: imparare il condizionale e il congiuntivo, cioè il tempo dell’irrealtà e della possibilità, non è facile (non lo è nemmeno per gli adulti).
Ebbene, secondo una ricerca ormai consolidata svolta nel 1989 alla Harrold Priory Middle School di Milton Keynes, in Inghilterra con l’intervento di Vittorio Girotto, scienziato cognitivo, i bambini che sbagliano più spesso i tempi verbali sono più intelligenti perché dimostrano una grande capacità di immaginare, come si legge sul Sole24ore.
E’ stato condotto un esperimento per dimostrare questa competenza di mettere d’accordo la realtà, la possibilità e l’irrealtà con i tempi verbali (i piani temporali cominciano ad essere conosciuti dai bambini quando cominciano ad essere più grandi, non a caso i bimbi molto piccoli non hanno sviluppato il senso del tempo).
Questo è l’esperimento: “C’è una scuola con una maestra, una capo-classe, un solo dolcetto, e più bambini che hanno preso 10 nel compito. La maestra dice alla capo-classe: “Puoi dare il dolcetto a un compagno che ha preso 10 nel compito”.
La maggior parte dei bambini di età compresa tra gli 11 e i 12 anni risolve questo quesito come fosse un gioco, magari anche con l’aiuto dei compagni. E per risolverlo magari può esprimersi male, non dicendo ad esempio “Se la capoclasse avesse seguito l’ordine della maestra, avrebbe dato i dolci a un compagno tra quelli che avevano preso 10 nel compito”. Questo non significa che i bambini non siano intelligenti, anzi: la loro capacità di ragionamento è talmente avanti che anche quando sentono un solo caso, ipotizzano una norma. Ad esempio se sentono che da mare deriva marinaio, pensano che da giardino derivi giardinaio non giardiniere. E’ sicuramente un errore, ma dimostra la capacità di trovare delle regole anche da situazioni non incontrate prima.
Gli errori nel ragionamento quindi rivelano strategie di pensiero, mentre quelli di grammatica rivelano la capacità della mente umana di capire nuove regole senza spiegazioni. Quando il bambino diventa grande può fare degli errori, ma è importante ad un certo punto – non prima perché non avrebbe senso – correggerli, in modo che non diventino la norma.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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