Unimamme, vi sarà capitato di portare al ristorante i vostri bambini e magari di dover uscire con la coda tra le gambe, per questo, molto probabilmente, sarete solidali con quanto accaduto al papà di cui stiamo per parlarvi.
“Sono bloccato in macchina con la mia bambina piccola. Siamo usciti per cenare in famiglia e lei ha avuto un crollo nervoso perché la sua mamma non le ha lasciato tirare delle strisce di pollo.
Quindi ha cominciato a gridare e a gridare, a dare calci e dal momento che ero l’unico ad aver finito il pasto ho avuto il piacere di trascinarla fuori dal Red Robin.
L’ho portata attraverso il bar e tutti mi hanno fissato, la maggior parte di loro non aveva figli presumo. Nessuno con bambini mi avrebbe rivolto quello sguardo diretto, le labbra increspate, uno sguardo che diceva: “se non riesci a controllare tua figlia è meglio che non la porti fuori!”.
Bene, no, non riesco a controllarla.
Non tutto il tempo.
Non ci riesco ancora.
Lei ha 2 anni e ci vorranno ancora anni prima di poterle insegnare come ci si comporta in pubblico e l’unico modo in insegnarglielo è di portarla fuori e di mostrarle cosa è giusto e cosa no.
Dal dire no un milione di volte, lasciarle avere una crisi e dirle di nuovo no.
Queste lezioni richiedono pazienza, duro lavoro, esperienze nel mondo reale, mi dispiace per le persone al bar che sono rimaste irritate per la crisi della mia bambina, ma voi siete una parte della pratica.
I vostri genitori hanno fatto lo stesso con voi, ed è in questo modo che potete riconoscere quando un bambino compie un gesto irritante al ristorante, è in questo modo che guardate a una situazione dite: “quel genitore deve controllare il suo bambino”.
Questo è il modo in cui imparate ad essere una persona rispettabile.
Lo so. I bambini sono irritanti quando sono rumorosi al ristorante. Lo so. Ci vivo con loro. Ma prima che vi arrabbiate ed esprimiate giudizi cercate di capire che quello a cui state assistendo non è essere cattivi genitori, ma genitori che lavorano duro per sistemare la situazione.
State assistendo a ciò che richiede trasformare un bambino in una persona”.
A scrivere questo sfogo è un papà che ha aperto una pagina Facebook intitolata: No Idea What I’m Doing: A daddy Blog.
Il suo post è diventato virale ottenendo 338 mila Like e più di 148 mila condivisioni. E questo perché moltissimi genitori si sono ritrovati nelle sue parole o hanno vissuto esperienze simili. Ciò che pesa non è tanto il capriccio del bambino ma il modo in cui ci si sente quando si sta provando a gestirlo.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questo legittimo sfogo?
Anche a voi è capitato di essere guardate male perché i vostri bimbi facevano i capricci o piangevano al ristorante o in altri luoghi?
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