Una storia bellissima di solidarietà quella che arriva da Maccagno con Pino e Veddasca in provincia di Varese: riguarda un bambino di 7 anni non udente e di tutta la comunità che si è attivata per non farlo sentire isolato.
Costanza Guerri, la mamma del piccolo, ha dichiarato a Il Giorno di essersi trovata di fronte a tante persone che l’hanno aiutata, visto che la strada per la sua famiglia non è stata semplice: “Non essendomi avvicinata subito alla lingua dei segni, per cause indipendenti dalla mia volontà, ho fatto perdere anni importantissimi a mio figlio. Questo a causa della saccenza e la scarsa informazione di chi considera la sordità come una malattia da debellare come la peste, curabile solo chirurgicamente“.
Il bambino ha frequentato 4 anni di asilo ed è apparso chiaro che avesse bisogno di aiuto. Qui è stato affiancato da un’interprete che lo aiutasse a farsi comprendere con le insegnanti e gli altri bambini. Ma sono stati proprio loro, i bimbi, a imparare qualche piccolo segno per parlare con il compagno. Hanno dato agli adulti una lezione di vita: non hanno visto un bimbo con un problema, ma solo con una comunicazione diversa e si sono adattati.
Oggi il piccolo frequenta la prima elementare e ha 3 professionisti che lo seguono; ad esempio in classe c’è una lampadina che si illumina quando suona la campanella in modo tale che anche lui possa seguire i ritmi dei suoi compagni. Ha appena ritirato la pagella: è andato bene, segno per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio, che ha imparato a esprimersi in una maniera nuova.
L’amministrazione ha stabilito durante il consiglio comunale che la Lis, la lingua dei segni, diventi ufficiale e che il maggior numero di persone la impari. Non solo: i compagni di classe del bambino il giovedì pomeriggio andranno a lezione per comunicare con lui.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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