Curare sul nascere o addirittura prevenire le malattie mentali sono alcuni dei campi su cui si concentra la ricerca scientifica. Ultimamente sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry è comparso un interessante studio al riguardo.
Alcuni ricercatori hanno scoperto che la forza e il modello delle connessioni tra l’amigdala e le connessioni del cervello possono predire se i bambini stanno sviluppando sintomi come:
entro i 2 anni.
Questi sintomi sono a loro volta collegati a depressioni e disordini relativi all’ansia nei giovani e negli adulti.
Cynthia Rogers,professore assistente in psichiatria infantile commenta: “abbiamo scoperto che già alla nascita, le connessioni del cervello possono essere responsabili per lo sviluppo di problemi successivi nel corso della vita”.
Ecco come si è svolta la ricerca che mirava a individuare le differenze nella connettività funzionale del cervello, la coordinazione delle attività attraverso diverse parti del cervello, tra bambini nati prematuramente e bambini nati a termine: sono stati sottoposti a Risonanza Magnetica
I prematuri hanno fatto uno scan alla nascita o in prossimità del parto.
Si voleva indagare perché i prematuri avessero rischi elevati di sviluppare problemi psichiatrici come depressione e ansia nel corso della vita.
Gli scienziati si sono concentrati sulla struttura del cervello che processa le emozioni, l’amigdala, e hanno scoperto che i bambini giunti a pieno termine possiedono uno schema di connessioni tra l’amigdala e le altre connessioni del cervello simile a quello degli adulti.
Nei bambini prematuri invece la forza di queste connessioni è risultata assai minore.
Hanno anche notato che gli schemi di connessione tra l’amigdala e altre strutture
aumentano il rischio di sintomi precoci di ansia e depressione.
A 2 anni i piccoli sono stati nuovamente testati per sintomi precoci di ansia e depressione.
Sono stati considerati:
Il dottor Roger ha spiegato che i prematuri non erano più inclini di quelli a termine nel mostrare segno di depressione.
Questo si spiega in parte perché un certo numero di bimbi nati a termine erano già a rischio per fattori socio demografici, come vivere in povertà o avere una mamma con depressione clinica o problemi di ansia.
Inoltre la severità di questi sintomi precoci è correlata con gli schemi di connessione visti nei bambini in entrambi i gruppi.
I ricercatori desiderano però testate nuovamente i bambini di entrambi i gruppi quando saranno un po’ cresciuti, intorno a 10-11 anni.
“Vorremmo determinare se hanno le stesse differenze in connettività, se ci sono stati cambiamenti strutturali e funzionali nelle connessioni del cervello e come tutto ciò si collega a sintomi di disordine psichiatrico”.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa ricerca di cui si parla su Science Daily?
Noi vi lasciamo con alcune riflessioni su come alcuni bambini siano depressi già da piccoli e come si potrebbe aiutarli.
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