Il parto prematuro riguarda circa il 5-6% delle nascite ogni anno: si tratta di nascite tra le 30-35 mila che purtroppo non finiscono bene o che possono contemplare danni permanenti. Per questo è nato un nuovo gruppo di lavoro della SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale) che, con l’Associazione Vivere Onlus, stenderà delle linee guida per poter migliorare la comunicazione tra medico e paziente in caso di parto prematuro.
Parto prematuro: il progesterone è utile
Proprio in occasione del primo incontro del gruppo, è stata presentata una nuova indicazione terapeutica per ovviare alla nascita pre termine (prima della 26esima settimana): si tratta del progesterone vaginale che secondo le ultime ricerche:
- riduce del 34% la possibilità di parti prematuri,
- in gravidanze prima della 34esima settimana
- con una cervice di lunghezza inferiore a 25mm
- la percentuale sale a 44% in caso di cervice ridotta a 15 mm
“L’utilizzo del progesterone vaginale ha la capacità di ridurre più di un terzo dei parti prematuri nelle donne a cui, pur non avendo nessun tipo di sintomo, viene diagnosticato un accorciamento della cervice uterina. Inoltre il trattamento a base di progestageni è risultato efficace anche per le gravidanze singole che hanno già affrontato un parto pretermine” dice il Professor Fabio Facchinetti, Direttore UOC Ginecologia e Ostetricia, Azienda Ospedaliera Università di Modena.
Uno degli aspetti molto importanti di questo nuovo gruppo di lavoro è la comunicazione tra famiglia e medici, ad oggi ancora un aspetto poco sviluppato: “Ad oggi, ad esclusione di poche realtà – dice Giuseppe Battagliarin,coordinatore – per la comunicazione tra esperti e famiglie viene utilizzato un approccio piuttosto improvvisato e talvolta condizionato da opinioni personali che influenza fortemente il susseguirsi degli eventi. Mai come nella consulenza che comporta la presentazione del futuro di un bambino è necessario avere attenzione e sensibilità verso l’approccio mentale che i genitori che ci stanno di fronte hanno nei confronti del loro bambino e in quale ambiente vivono e in quali condizioni lo cresceranno. Il lavoro del Gruppo è proprio far crescere una nuova mentalità negli operatori sanitari soprattutto dell’ospedale nell’assistenza alla nascita”.
Fondamentale quindi è la collaborazione con l‘Associazione Vivere Onlus, che si prende in carico famiglie con situazioni di prematurità: “Il percorso che va dalla programmazione della gravidanza al dopo parto, non è una staffetta con passaggio di testimone, ma un gioco di squadra. Un percorso che cambia a seconda del momento, ma che deve essere unico e multidisciplinare” dice la Presidentessa Martina Bruscagnin.