Ha fatto il giro del mondo la storia della bambina indiana di 8 anni trovata in una riserva naturale nell’India del Nord assieme ad un gruppo di scimmie. La sua vicenda ricorda molto da vicino quella di Mowgli, il piccolo protagonista del libro di Kipling “Il Libro della giungla“. Quella allora era fiction, finzione, partorita dalla mente di uno scrittore geniale. Questa è vita vera e se Mowgli aveva l’orso Baloo e la pantera Bagheera a proteggere il bambino, qui purtroppo non c’è molto di cui sorridere.
La bambina è stata appunto ritrovata assieme ad un gruppo di scimmie, di cui imitava l’atteggiamento: come loro mangiava, camminava a quattro zampe ed emetteva dei suoni simili. E’ vero che la piccola ripeteva questi comportamenti, ma sarebbero dovuti soprattutto a disturbi psicologici e fisici, dovuti all’abbandono da parte della famiglia. In India già avere una figlia femmina è già un problema, se poi è disabile può esserlo doppio.
Enrico Alleva, etologo e autore di “La mente animale” sostiene su Il Corriere della Sera che in passato si era notato, parlando di Konrad Lorenz, che certi animali, tra cui i mammiferi, possiedono un sistema che gli consente di individuare e riconoscere come cucciolo anche l’esemplare cucciolo di un’altra specie. Le informazioni che elaborano sono:
Se queste caratteristiche sussistono, un essere umano può venire “adottato” da animali sociali come lupi e scimmie.
In sostanza, secondo la scienza, gli animali sarebbero in grado di adottare i cuccioli d’uomo, identificandoli come propri simili.
Ma in questo caso i medici non ritengono che sia accaduto: è più probabile che sia stata abbandonata e abbia poi passato solo alcuni giorni con le scimmie.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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