La medicina fa passi da gigante: quello che era impossibile fino a qualche tempo fa, oggi non solo è un sogno, ma una realtà. In particolare, si tratta di una speranza per i prematuri, quei bambini che nascono attorno alla 23esima settimana e che non hanno molte speranze di sopravvivere e se lo fanno possono riportare gravi danni permanenti soprattutto al cervello e ai polmoni, non ancora formati.
L’utero era infatti uno dei pochi organi che non potevano essere riprodotti artificialmente e invece pare che questo scoglio sia stato superato. Il risultato di questa sperimentazione avvenuta al Children’s Hospital di Philadelphia è stato pubblicato su Nature Communications.
Insomma, tutto pare svolgersi secondo natura.
L’utero artificiale è stato testato finora su dei feti di capra, che per respiro sono simili a quelli umani, più o meno dello stesso periodo gestazionale di un feto umano. Gli agnellini sono infatti rimasti nell’utero artificiale per 4 settimane.
A differenza dei precedenti esperimenti – dove la sopravvivenza è solo di pochi giorni e dove si sono riportati danni cerebrali- questa volta gli agnellini si sono sviluppati senza apparenti danni per quasi un mese. Per esempio:
Ovviamente c’è differenza tra un feto umano e quello animale, soprattutto per via delle dimensioni visto che all’epoca gestazionale di 23 settimane i piccoli di uomo sono molto più piccoli come grandezza, circa un terzo in meno.
Il limite attuale di sopravvivenza per un bambino prematuro è le 22 settimane, ma con grandi difficoltà. Speriamo che con questa nuova invenzione ci sia invece una nuova possibilità, anche se si dovrà attendere ancora un po’, visto che Alan Flake, direttore del Centro per la ricerca fetale al Children’s Hospital di Philadelphia e la sua equipe hanno detto che ci vorranno ancora 10 anni per mettere a punto la macchina, e sostituire le “vecchie” incubatrici con i nuovi uteri artificiali.
E voi unimamme che ne pensate?
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