Le scuole alternative sono sempre più diffuse in Italia. Si tratta di istituti che utilizzano metodi di insegnamento alternativi, appunto, a quelli normalmente usati dalla scuola pubblica tradizionale, mettendo al centro il bambino.
Questa interessante realtà viene studiata dal progetto Tutta un’altra scuola, che mette in rete le esperienze educative all’avanguardia in Italia e promuove incontri di approfondimento. Il progetto ha permesso di individuare l’offerta formativa delle scuole alternative in Italia, disegnando “La mappa della scuola che cambia“, con il coordinamento di Terra Nuova Edizioni. Si tratta del censimento delle scuole alternative presenti in Italia, con tutte le informazioni utili ai genitori: descrizione delle attività e storia delle scuole, contatti e indirizzi. La pubblicazione è giunta alla sua terza edizione (aggiornata al gennaio 2017).
“La mappa della scuola che cambia” ha censito 234 scuole alternative in Italia. Si tratta soprattutto di scuole montessoriane e steineriane. Ma ci sono anche scuole ancora più sperimentali, come le scuole libertarie e quelle all’aperto. Ci sono poi anche le scuole genitoriali e forme di educazione parentale che usano diversi approcci pedagogici.Sperimentazioni sono partite anche nelle scuole pubbliche.
In Italia troviamo tra le scuole alternative gli istituti più diversi. Come dicevamo sopra i più numerosi sono quelli montessoriani e steineriani.
Sono stati censiti “48 nidi Montessori; 250 sezioni di case di bambini montessoriane e 325 classi di scuola primaria“. Sono soprattutto al Nord Italia e riguardano in maggior parte scuole statali. Sono partite sperimentazioni montessoriane anche alle scuole medie.
Le scuole steineriane, invece, sono soprattutto private e fanno capo alla Federazione nazionale delle Scuole Steiner-Waldorf in Italia. Si tratta di “un movimento formato da 22 soci gestori di 61 scuole, fra scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di I e II grado, con un totale di circa 3.200 alunni e 450 insegnanti e dai due soci garanti: l’Associazione degli Insegnanti delle Scuole Rudolf Steiner in Italia e l’Associazione Sole Luna Stelle”.
Più difficile è stabilire il numero e la diffusione delle scuole parentali. Si tratta di scuole in casa (home schooling) organizzate da singoli o gruppi di famiglie che si mettono insieme e impiegano degli educatori. Queste scuole possono avere orientamenti pedagogici diversi. Sul sito web “Tutta un’altra scuola” è stata creata una Rete nazionale per raccoglierne i dati.
Il censimento sulle scuole alternative è iniziato tre anni fa ed è basato sulla compilazione di un questionario che raccoglie dati e informazioni direttamente dalle scuole. Non tutte le realtà italiane potrebbero averlo compilato. Quindi non ci sono dati certi. Come ha spiegato Claudia Benatti, giornalista del mensile Terra Nuova, coordinatrice del progetto “Tutta un’altra scuola“, in un’intervista all’agenzia Dire, che si è occupata dell’argomento in un articolo dedicato. Benatti ha spiegato:
“Abbiamo messo in rete e raccontato quelle esperienze educative scolastiche all’avanguardia che mettono il bambino al centro dell’apprendimento, sia delle scuole statali che private. Sia all’interno della scuola statale che fuori si sta muovendo tantissimo e stanno nascendo innumerevoli progetti ed esperienze”.
Il censimento de “La mappa della scuola che cambia” non riguarda solo le scuole private. Anche all’interno della scuola pubblica ci sono molte sperimentazioni. Non tutte sono conosciute, perché poco diffuse sul territorio nazionale. Tra le iniziative interessanti c’è la “Rete nazionale delle scuole pubbliche all’aperto“, con sede a Bologna. Inoltre il Miur ha formalmente autorizzato una sperimentazione speciale per tre realtà:
Un universo molto variegato, all’interno del quale segnaliamo anche il movimento Avanguardie educative, formato da 573 scuole statali. Il movimento censisce le scuole pubbliche che stanno portando avanti delle sperimentazioni, con diversi metodi e criteri. Sperimentazioni che vengono da insegnanti, ragazzi e famiglie.
Tra le sperimentazioni interessanti nelle scuole pubbliche c’è quella di “Rete Senza Zaino per una scuola di comunità“. Si tratta di scuole dove gli studenti non portano più lo zaino carico di libri e quaderni, ma solo una valigetta leggera per i compiti a casa. “Lo zaino comunica un senso di precarietà e di inadeguatezza”, per questo si è deciso di eliminarlo. Le aule sono già attrezzate con tutti i materiali didattici necessari e più avanzati. Una sperimentazione che si basa su tre valori: “Responsabilità, comunità, ospitalità“.
E voi unimamme che ne pensate? Conoscete queste esperienze? Mandereste i vostri figli in queste scuole? O già lo fate?
Noi vi ricordiamo il nostro articolo sulla scuola per l’infanzia nel bosco nel Regno Unito.
VIDEO: scuole alternative: la scuola senza zaino
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