Questa mamma, che si chiama Valentina, e ci ha scritto chiedendo di leggere e diffondere, se volevamo, il suo post e noi lo facciamo con piacere!
Valentina, a giugno 2016, ha deciso di condividere sul suo profilo Facebook la sua storia e lo ha fatto con un obiettivo ben preciso: vuole essere d’aiuto a qualche mamma che sta attraversando una difficoltà come quella che ha passato lei.
Valentina inizia il post dicendo che ha aspettato 8 mesi prima di decidersi a scrivere, ma ora è contenta di averlo fatto, anche perché tanti i riscontri che ha ricevuto. Ma vi lasciamo con le sue parole:
“Il 14 giugno del 2015 alle 6 di mattina scopro di essere in dolce attesa, e da quel giorno la mia vita è cambiata per sempre!
Una gravidanza meravigliosa, niente nausee, niente complicazioni.
Il 5 ottobre 2015 prendo appuntamento in una nota clinica romana per fare la morfologica. Mentre mi visitano per esattamente 6 volte in una mattinata, mi dicono di tornare il 12, perché le misure della bambina sono state prese tutte ma quella dietro al cervelletto non si riesce a prendere perché la bambina non è in posizione.
Torno il 12 e di nuovo la stessa storia. La bambina non è in posizione e mi visitano 5 volte finché non mi richiamano per farmi visitare dal padrone della struttura, il top del top. In un nano secondo mette l’ecografo sulla mia pancia e mi dice “signora c’è un problemino“. Da li a sentirmi morire è stato un secondo. Ci fanno mettere seduti e ci spiegano che la mia bambina è affetta da Dandy Walker Variant. Una malformazione (un caso su 100.000), che fa vivere il bambino si e no fino al sesto anno di età. Poi aggiungono di esserne assolutamente certi e di non proseguire con gli accertamenti perché essendo al sesto mese avevo solo una settimana di tempo per decidere di interrompere la gravidanza e il massimo che potevamo fare era un’amniocentesi li da loro (che costa solamente più di 2000 euro).
Ci mandano a parlare con il genetista che con molta delicatezza dice “se decidete di interrompere, diteci in che struttura perché se fate un’eventuale autopsia noi ci studiamo“.
Usciamo da li che non capiamo più nulla. Chiamo la mia dottoressa e mi dice che sono bravi si, ma non invincibili. E scopro che l’amniocentesi non vede quel tipo di malformazione. E da li a 2 giorni mi ritrovo a prendere appuntamento in una clinica privata per fare una risonanza magnetica fetale con la dottoressa che ci ha ridato la vita.
Mia figlia non aveva quello che avevano detto. Aveva solamente il verme cerebellare ruotato ma, non era detto che in quelle settimane non sarebbe tornato apposto.
E dopo 4 morfologiche, e 2 risonanze magnetiche fetali, il 24 febbraio del 2016, con un parto meraviglioso è nata la mia gioia. Subito è stata fatta un’ecografia al cervelletto e la mia Greta è sana, bella e cresce meravigliosamente.
Vi chiedete il perché ho voluto raccontare l’esperienza più brutta della mia vita? Per dare una speranza a quelle mamme che credono in una struttura perché rinomata e decidono di interrompere una gravidanza. Solo perché a questo mondo interessano solo i soldi e non la vita di una creatura.
Lo so, è dura, ma affidatevi a Dio… non smettete di credere e andate fino in fondo. Se io non avessi avuto mio marito accanto, le nostre famiglie, la mia santa dottoressa e soprattutto la mia fede, ora forse sarei stata una donna distrutta dal dolore. Ma sono qui, ricca come nessun altro, a guardare mia figlia mentre dorme!
Se volete potete condividere la mia storia, affinché arrivi a qualche donna che purtroppo sta vivendo quello che ho vissuto io.
Forza Mamme!”
Questo il post che fino ad oggi ha avuto oltre 20 mila condivisioni e ricevuto centinaia di messaggi.
Abbiamo fatto alcune domande a Valentina, per capire cosa è successo dopo.
Domanda: “Valentina, tu cosa pensi sia successo? Pensi davvero che la struttura abbia voluto “lucrare” sulla salute di tua figlia?”
Risposta: “All’inizio avevamo pensato che volessero lucrare su questa storia, anche perché invece di darci altre possibili esami da fare, ci hanno consigliato un’amniocentesi che da loro costa un occhio della testa. Quando invece più tardi abbiamo scoperto che l’amniocentesi vede 4 ceppi e questa malformazione non era tra quelle ho pensato all’incompetenza. Poi dopo aver scritto il post che vi ho allegato, ho ricevuto oltre a 20.000 condivisioni, una marea di messaggi (che ho ancora) di mamme a cui avevano dato diagnosi sbagliate nella stessa struttura, e i bambini sono nati sanissimi.”
Domanda: “Quando parli di affidarsi a Dio, cosa intendi esattamente?”
Risposta: “Sulla fede è un discorso prettamente personale e soggettivo. Io ho pregato tanto. Andai a Cascia a chiedere la mia gravidanza a Santa Rita. Dopo due mesi sono rimasta incinta e siccome lei è la Santa delle grazie impossibili, ho pregato che tutto potesse andare per il meglio. E così è stato per fortuna. Poi dopo due mesi e mezzo dalla nascita, ho portato anche Greta con me per andare a ringraziare e farla benedire”
Domanda: “Sei tornata dalla prima struttura a dire ciò che che è successo? A chiedere spiegazioni?”
Risposta: “No non lo abbiamo fatto. Per due semplici motivi. Se andavamo li avremmo fatto un casino, e poi abbiamo provato ad informarci per denunciare. Ci vogliono tanti soldi per fare queste cause e purtroppo non possiamo permettercelo. Ecco perché vorrei far leggere la mia storia: per diffondere la consapevolezza.”
Domanda: “Cosa vuoi dire alle nostre unimamme?”
Risposta: “Vorrei dire loro di andare sempre a fondo. Io ero inesperta e tanto spaventata. Non è giusto che neomamme si trovino in queste situazioni così dolorose, e magari non vadano a fondo negli esami perché sicure di stare in mano a gente competente.”
E voi unimamme che ne pensate di questa storia? Avete vissuto casi simili? Avete cercato un altro parere?
Vi lasciamo con una storia incredibile di un’altra mamma che ha scelto di non abortire.
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