L’aumento degli episodi di bullismo a scuola e nei luoghi deputati al gioco mette in allarme i genitori che vorrebbero trovare un modo per proteggere i figli. Ma non sempre si tratta di bullismo, ecco perché un’educatrice, Signe Whitson, nonché educatrice ed autrice di diversi libri sul bullismo, sottolinea l’importanza di saper definire cosa è bullismo e cosa non lo è.
Signe racconta infatti di ricevere molto spesso racconti, alcuni drammatici, da parte di ragazzi o genitori ma che spesso non si tratta di bullismo.
Ecco perché occorre saper distinguere tra atti di maleducazione e bullismo. Signe, riporta quindi le definizioni dei termini usati dall’autrice di libri Lucy Ludwig:
1) maleducato: chi dice o fa inavvertitamente qualcosa che ferisce un’altra persona
Per esempio tra gli adulti può essere una frase scortese, invece nei bambini viene visto come ruttare in faccia a qualcuno, saltare la fila, vantarsi di aver ricevuto un voto alto o rovesciare una pila di foglie sul volto di qualcuno.
Ognuno di questi elementi potrebbe sembrare un segnale di bullismo, ma se si guarda al contesto incidenti dovuti a maleducazione sono solitamente spontanei, frutto della sconsideratezza, di scortesia, cattive maniere e narcisismo, ma non vengono fatti con lo scopo principale di ferire qualcuno.
2) cattivo = chi dice o fa qualcosa per ferire di proposito qualcuno una volta (o magari due). La distinzione principale tra maleducato e cattivo ha a che fare con l’intenzione, mentre la maleducazione è spesso non intenzionale, un brutto comportamento mira a ferire o svalorizzare qualcuno. I bambini sono cattivi l’uno con l’altro quando criticano i vestiti, l’apparenza, l’intelligenza, lo stile, o qualunque altra cosa utile per denigrare una persona. Spesso il cattivo comportamento di un bambino è motivato da sensazioni di rabbia e dal proposito sbagliato di mettersi in luce rispetto alla persona che stanno buttando giù. Comunemente, la cattiveria nei bambini suona come:
Non commettete errori, i cattivi comportamenti possono ferire in profondità e gli adulti possono fare una grande differenza nelle vite dei ragazzi quando ritengono i ragazzi responsabili di essere cattivi.
Sì, la meschinità è diversa dal bullismo in diversi e importanti aspetti che dovrebbero essere compresi e differenziati quando si interviene.
3) Bullo = chi intenzionalmente ha un comportamento aggressivo, ripetuto nel tempo, che riguarda uno squilibrio di potere
Gli esperti concordano sul fatto che il bullismo preveda tre elementi chiave:
Il bambino bullo dice o fa qualcosa intenzionalmente doloroso agli altri e continua a perpetrarlo, senza nessun senso di pentimento o rimorso, anche quando l’obiettivo del bullismo mostra dolore o chiede all’aggressore di smettere.
Il bullismo può essere fisico, verbale, relazionale, o sostenuto con la tecnologia. Può esprimersi attraverso:
E’ importante distinguere maleducazione e bullismo vero, come spiegato su Huffington Post, in modo da non essere sovrastati dai messaggi di chi grida “al lupo al lupo” rispetto al disagio vero di chi invece vive una situazione di bullismo, un problema che merita attenzione, urgenza di intervento e rilevanza.
Unimamme, voi sapete distinguere atti di maleducazione e bullismo?
Vi lasciamo con 5 consigli per aiutare i figli in caso di bullismo.
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