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“Niente gita se si porta il cellulare”: ma i genitori insorgono

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Valentina Colmi

Si sa che i nostri ragazzi essendo nativi digitali vivono tutt’uno con i cellulari, al punto da non abbandonarli neanche quando sono in gita scolastica. Molti professori lamentano di alunni assolutamente disattenti alle bellezze delle città che visitano perché intenti a guardare lo schermo del cellulare per chattare o farsi i selfie.

Per questo arriva una proposta che farà discutere da parte dello psichiatra Paolo Crepet che – essendo anche sociologo – si occupa anche di cyberbullismo, fenomeno creato attraverso la rete.

“No ai cellulari in gita”, la proposta per combattere il cyberbullismo

Crepet dice di aver assistito ad una scena con protagonisti alcuni studenti in gita a Venezia: erano così intenti a fissare il proprio smartphone che il professore doveva avvisarli per eventuali buche o marciapiedi. E così Crepet ha ripreso l’intervento di una docente di un istituto comprensivo che da anni vieta l’uso del cellulare per l’attività didattica. Così, quando una classe sarebbe dovuta andare in gita, è stata emanata una circolare per informare i genitori che i figli avrebbero dovuto lasciare a casa i cellulari.

Se fino a qualche anno fa era normale non portarsi lo smartphone ovunque, purtroppo i tempi sono cambiati e i genitori hanno raccolto le firme e si sono fermamente opposti alla decisione della scuola, minacciando anche di montare un caso. La scuola ha dovuto pertanto accettare, ma a testa bassa. Il risultato è stato che i ragazzi non si sono minimamente interessati a ciò che stavano guardando, ma erano piuttosto preoccupati del selfie di turno.

Per questo Crepet è a favore di un out out: “o cellulare a casa o niente gita“. Secondo lo psicanalista la questione va di pari passo con quella del cyberbullismo, perché “Permettere ai ragazzi usare il cellulare quando vogliono e come vogliono significa che poi ci si riduce a fare i “pompieri” cioè a intervenire quando c’è l’emergenza“.

Cosa potrebbero fare le scuole allora? Sicuramente “essere più severe e i vari istituti potrebbero differenziarsi in modo a lungo andare di essere premiati dai genitori” dice ad Oggiscuola. Il problema è che con l’avvento delle nuove tecnologie – senza un controllo più accurato e senza la giusta educazione al loro uso – per molti studenti è diventato un incubo andare a scuola perché presi di mira. Non si può continuare a fare finta di niente.

E voi unimamme cosa ne pensate? Mandereste i vostri figli in gita senza cellulare?

Valentina Colmi

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