Unimamme, torniamo a parlare di un “terribile gioco” che minaccia l’incolumità dei nostri figli adolescenti.
Purtroppo la terribile sfida della “blue whale” o balena blu di cui vi abbiamo parlato solo poco tempo fa, pare sia sbarcata anche in Italia. Un ragazzino di 15 anni di Livorno si è gettato dall’ultimo piano di un grattacielo. Il giornalista de Le Iene, Matteo Viviani, ha raccolto la testimonianza di un amico del giovanissimo suicida, il quale ha raccontato che il ragazzo non avesse intenzione di uccidersi, ma che avesse iniziato ad adempiere a delle missioni strane trovate su un gioco online, la balena blu appunto.
Come vi avevamo già accennato in precedenza il gioco della balena blu pare abbia già ucciso 157 ragazzi innocenti solo in Russia.
Il Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni sta vagliando tutte le segnalazioni pervenute e che riguardano attività sospette legate al gioco della balena blu, e per questo motivo ha diramato alcune indicazioni utili che riportiamo.
Ecco cosa dovrebbero sapere i genitori:
Qualche consiglio anche per i ragazzi, come si legge su Il Commissariato:
Secondo lo psichiatra Paolo Crepet noi adulti non dovremmo meravigliarci del fatto che tanti giovani rimangano ammaliati da questa nefasta sfida.
Intervistato su Il ventiquattro.it lo psichiatra ha dichiarato: “i ragazzi sono sempre stati attratti dalla morte. Non è una novità, la novità è usare la tecnologia in questo modo, è un gioco che si basa sull’appartenenza a un’identità che in questo caso si chiama balena blu.”.
Crepet sottolinea che è tipico di questa età emulare i comportamenti altrui, ma allo stesso tempo i genitori non possono ignorare cosa facciano i loro figli, quali siano i loro passatempi, cosa guardino su pc e tablet, come usino il telefono, ecc…
Per quanto riguarda il caso del ragazzo di Livorno Crepet mette un momento da parte il gioco in se stesso e si concentra sulla vittima, che doveva aver mandato certamente qualche segnale del suo stato d’animo prima di compiere un gesto così definitivo.
Crepet ribadisce che anche gli insegnanti possono fare la loro parte, ascoltando gli alunni quando ne hanno bisogno.
Fondamentale però è la presenza dei genitori “I ragazzi hanno bisogno di non sentirsi soli, di non sentirsi abbandonati”conclude l’esperto su Oggi Scuola.
Anche l’avvocato Aldo Benato, esperto di web, raccomanda, per esempio, di non sottovalutare la capacità persuasiva di altri ragazzi e della sfida. Alcuni infatti potrebbero decidere di partecipare per dimostrare di sapersi fermare quando vogliono, ben prima dell’ultimo dei 50 passi.
L‘avvocato invita i genitori a non lasciare i ragazzi dai 9 ai 13 anni completamente soli sul web. E con questo si intende libero accesso senza controllo a internet, cellulare o console collegata a internet.
Se vogliono giocare col telefono possono farlo in modalità aereo, se devono fare ricerche fate sì che il monitor sia ben visibile per capire cosa sta facendo.
Ecco alcuni consigli specifici:
Ricordatevi quindi che l’arma migliore che possediamo è il DIALOGO, come ci suggerisce l’avvocato sulla sua pagina Facebook.
Unimamme, voi conoscevate già questo terribile gioco?
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