Il mal di testa nei bambini spesso viene sottovalutato oppure medicalizzato; in realtà ci sono delle terapie che possono aiutare i piccoli pazienti a vivere meglio, una volta compreso il motivo della cefalea. Per questo l’ospedale Bambino Gesù di Roma, ha indetto nei giorni scorsi una giornata aperta organizzata dal Centro Cefalee, per spiegare che cos’è questa patologia e come si può curare. Il centro è attivo il martedì, il mercoledì e il venerdì alla sede di San Paolo dove vengono eseguite circa 1.500 visite ogni anno, 900 delle quali riguardano nuovi pazienti. I bambini e i ragazzi vengono seguiti da un team di specialisti (neurologo pediatra, neuropsichiatra, psicologo esperto in cefalee, fisioterapista), lungo il percorso di diagnosi, cura e dimissione. Solo nel 20% c’è bisogno di ulteriori approfondimenti diagnostici. Quali sono allora i falsi miti da sfatare relativi al mal di testa? Vediamoli insieme.
1 – Il mal di testa riguarda solo gli adulti: innanzitutto bisogna distinguere tra cefalee primarie e secondarie. Le prime sono la malattia, mentre le secondarie sono il sintomo di un’altra malattia (ad esempio l’influenza o casi più gravi come l’encefalite). La forma di cefalea primaria più diffusa tra i piccoli è l’emicrania; ne soffrono circa l’8% dei bambini e può essere ereditaria se i genitori ne soffrono.
2- Il mal di testa non è solo di origine psicologica: se c’è una cefalea primaria, questa è dovuta ad una predisposizione famigliari, mentre i fattori psicologici devono essere considerati nei casi gravi solo secondariamente, nel caso in cui possono ad andare a peggiore il mal di testa, la cui causa è comunque organica.
3 – I difetti alla vista non causano direttamente il mal di testa: se si ha mal di testa, durante il medico oculista si svolge la valutazione del fondo oculare per escludere o individuare una ipertensione endocranica.
4 – La sinusite non è la diretta causa del mal di testa: fino agli 8 anni i bambini non possono soffrire di sinusite perché non hanno ancora i seni nasali sufficientemente sviluppati. E’ bene pertanto diffidare di queste diagnosi e relative cure con aerosol. I dati confermano che anche dopo gli 8 anni i casi di cefalea associata esclusivamente al mal di testa sono comunque pochi (1-2%)
5 – Per il mal di testa serve lo specialista: i mal di testa possono essere il campanello di allarme per altre patologie per questo – anche se non è necessario allarmarsi per un singolo episodio – è bene rivolgersi ad uno specialista se le cefalee sono quotidiane ed invalidanti.
6- Non ci si deve rassegnare al dolore: bisogna curare i mal di testa perché se non trattati il cervello potrà considerare doloroso anche i segnali che non lo sono, aumentando gli attacchi e facendo quindi diventare il problema cronico.
7- No al fai da te: meglio sempre agire sotto controllo medico, perché assumere troppi antidolorifici o sbagliarne il dosaggio rischia di cronicizzare il problema. No anche a dosi ridotte del farmaco rispetto a quelle prescritte dal medico o indicate dal peso: in questo caso l’antidolorifico non è efficace e si rischia di somministrarlo più del dovuto.
8- Gli integratori non sono efficaci: non ci sono studi che dimostrino l’efficacia di integratori per curare le emicranie, ma invece ci sono ricerche sull’effetto placebo in età pediatrica: significa che si stimola il cervello a produrre più endorfine che hanno proprietà analgesiche attraverso la somministrazione di una sostanza senza il principio attivo.
9- Gli antidolorifici non sono tutti uguali: dipende infatti dal principio attivo. Meglio l’ibuprofene del paratamolo perché più efficace contro il dolore.
10- Prevenzione: si può prevenire il mal di testa attraverso uno stile di vita sana, evitando per esempio l’esposizione ai raggi solari troppo forti o non alterando il ciclo sonno veglia.
E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con un pezzo che parla di mal di testa e abuso di antidolorifici.
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