Ci sono delle storie davvero particolari, che fanno capire quanto la salute dei nostri figli sia preziosa e che spesso basta così poco perché si trasformi in tragedia anche un piccolo segnale di malattia.
E’ la storia di Claire Marriott, mamma di Lottie, 4 anni, che ha voluto raccontare il terribile momento che lei e la sua famiglia hanno vissuto l’anno scorso a causa di una diagnosi inaspettata.
Claire dice che si trovavano in Galles in vacanza quando ha notato che qualcosa non andava in Lottie: “Avevamo fatto tardi la notte precedente, quindi ho pensato che fosse solo stanca quando non voleva mangiare, si lagnava e non parlava correttamente. In più si comportava in modo maldestro: le continuavano a cadere le bevande, non stava ben ferma e quando si è seduta è scivolata dalla sedia sul pavimento. Le ho dato una medicina e ho pensato che sarebbe stata bene dopo un pisolino, non credendo che fosse una cosa seria”.
Quando Lottie si è alzata però non poteva camminare e continuava a cadere. Un amico paramedico ha suggerito di portare la bambina in un ospedale vicino, dove un medico ha pensato che si trattasse di Paralisi di Bell perché il suo lato destro era cadente. La bambina è stata comunque ricoverata per vedere il decorso della situazione; inizialmente i medici hanno escluso l’ictus, ma un giovane medico che lavorava con le vittime di ictus ha riconosciuto i sintomi e ha chiesto che venisse eseguita una tac. Così in piena notte è arrivata la diagnosi: Lottie aveva avuto un ictus e quando Claire ha chiesto se la bambina si sarebbe ripresa la risposta del medico l’ha gelata.
“Molto probabilmente no”. Il dottore ha detto che aveva visto solo un bambino riprendersi del tutto.
Trasportatata al Alder Hey Hospital di Liverpool, i neurologi hanno però rassicurato la famiglia dicendo che avrebbe potuto recuperare nel giro di un paio d’anni. “Non posso spiegare il sollievo che ho sentivo”.
Lottie ha fatto ogni esame possibile, ma nessuno che spiegasse il perché di un ictus a soli 3 anni. Lentamente è migliorata e dopo 15 giorni è stata dimessa, eppure la strada era ancora lunga: è caduta diverse volte e anche all’asilo il percorso non è stato semplice.
“E ‘stato come tornare ad avere un neonato. Aveva già tolto il pannolino, ma abbiamo dovuto fare un passo indietro e fare tutto di nuovo, ed era quasi come se fossimo tornati allo svezzamento con lei. Quando mangiava correva il rischio di soffocarsi, anche se il cibo era morbido, perché i muscoli della parte destra della gola non funzionavano”.
Dopo diversa terapia – sia la fisioterapia sia la logopedia – è stato scoperto finalmente nel mese di febbraio che la causa dell’ictus era stata la varicella che Lottie aveva avuto quattro mesi prima dell’attacco. Aveva un taglio sul sopracciglio e l’hanno portata in ospedale per farlo curare, lì il dottore aveva notato che la bambina aveva una vescica nell’occhio e aveva avvisato i genitori che poteva essere pericoloso. Il virus era entrato nel flusso sanguigno e aveva ristretto un’arteria nel cervello causando l’ictus.
“E ‘spaventoso pensare che una malattia così comune nei bambini abbia provocato qualcosa di così grave, ma è stato un sollievo per noi. Significava che potremmo smettere di preoccuparci che stava per avere un altro ictus. I bambini hanno un ictus se hanno difetti cardiaci o altri problemi, ma per un bambino sano se ne sente a malapena parlare: anche il mio medico è rimasto scioccato”.
“A guardarla ora, non sembrerebbe che le sia successo ciò che le è accaduto. Ha ancora un po ‘di paralisi facciale che si può vedere quando sorride, ma perderà anche quella, e possono darle del botox per ridurla”.
“Lei ha solo quattro anni, non importa se il suo viso è un po’ traballante, è carino. E lei è viva. Una felice, bambina sana. E per questo, saremo sempre grati” ha raccontato la mamma al Mirror.
Questa famiglia con lo scopo di aumentare la consapevolezza sugli ictus nei bambini ha lanciato una campagna su Facebook e Instagram.
E voi unimamme cosa ne pensate? Sapevate di questo rischio?
Vi lasciamo con il post che consiglia ai genitori di vaccinare i propri figli contro la varicella.
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