La psicologia dei bambini è un ambito molto delicato. Il rischio di fare danni in soggetti che si stanno sviluppando può essere alto. Molti genitori si domandano allarmati se dal loro comportamento o da quello che dicono ai loro figli possano derivarne dei danni psicologici. Alcuni scienziati hanno risposto a questi dilemmi.
Mettere al mondo dei figli, crescerli, educarli, insegnare loro cosa e giusto e cosa è sbagliato, è un vero e proprio lavoro. Dà molte soddisfazioni, ma è molto impegnativo e alle volte scoraggiante.
Tanti genitori spesso si domandano preoccupati se stanno facendo bene o male. Se sono bravi genitori oppure no. Spesso si chiedono se il loro comportamento possa nuocere ai loro figli più piccoli. La psicologia dei bambini è molto delicata e alle volte una parola di troppo o una di meno può creare dei problemi, se non dei veri e propri traumi.
Molti genitori si chiedono quali siano le parole che possono ferire i loro bambini e causare addirittura dei danni psicologici. Spesso si basano sulle loro esperienze personali, sui ricordi di infanzia e le esperienze che li hanno segnati. I bambini, però, non sono uguali ai loro genitori e ognuno di loro è diverso dagli altri, anche dai propri fratelli.
Gli esperti hanno cercato di dare una risposta a questi dilemmi che affliggono molti genitori.
Il prof. Matt Woolgar dell’istituto di Psichiatria, Psicologia e Neuroscienze del King’s College di Londra ha spiegato che per prima cosa bisogna precisare di quale tipo di danno stiamo parlando. Succede che i genitori dicano ai figli cose che li feriscono e che influenzano lo sviluppo della concezione che hanno di sé. Tuttavia niente di quello che i genitori possono dire ai figli è in grado di causare dei danni neurobiologici. Almeno non normalmente.
Per prima cosa, i genitori devono cercare di capire i figli, entrare in sintonia con la loro sensibilità. Come dicevamo, non tutti i bambini sono uguali. Alcune parole possono ferire alcuni, ma allo stesso tempo non toccare minimamente altri. Anche tra fratelli ci sono molte differenze, soprattutto se si tratta di bambini e ragazzi di età diverse. I genitori devono fare lo sforzo di cogliere queste differenze e comportarsi di conseguenza.
Il dottor Sam Wass, uno psicologo del comportamento all’università di East London e Cambridge ha distinto i bambini in due categorie che si rifanno ai fiori:
Citando uno studio della dottoressa Megan Gunnar, esperta di comportamento infantile, ha spiegato che i bambini “dente di leone” dal punto di vista neurobiologico sono meno sensibili e crescono bene sia in famiglie che li supportano psicologicamente e li incoraggiano, sia in famiglie meno attente a questi aspetti. Invece, i bambini “orchidee” crescono bene in un ambiente familiare che li sostiene, ma soffrono molto se sostegno, attenzioni e incoraggiamento mancano.
Per capire queste differenze, i genitori devono prestare molta attenzione ai figli e ascoltarli. Devono verificare e cercare di capire bene l’impatto che i loro comportamenti e le loro parole hanno sui figli. Certo un compito non facile, che diventa ancora più complesso quando si hanno figli di età differenti. Non si possono dire le stesse cose a tutti. Ognuno, per età e personalità, reagisce in maniera diversa.
Di una cosa però gli esperti sono sicuri: i bambini non subiscono danni psicologici da una parola sbagliata, detta in un momento di rabbia o senza pensare. Solo quando sono sottoposti ad uno stress psicologico importante e prolungato subiscono danni. Una circostanza a cui i genitori normali nemmeno si avvicinano.
In proposito, uno studio dell’Università di Harvard effettuato su bambini cresciuti in un orfanotrofio romeno, dove erano stati gravemente abusati, ha dimostrato che il loro sviluppo cerebrale era stato influenzato da quello che avevano subito. Dunque danni, non solo psicologici ma anche neurologici, si verificano solo in presenza di violenze psicologiche serie e prolungate nel tempo.
Inoltre, i genitori che normalmente mostrano affetto e sostegno nei confronti dei figli, si occupano per loro, li sostengono e dimostrano tutti il loro amore, difficilmente causano loro dei danni con frasi insensibili.
“Ogni bambino riceve le urla dei genitori e questo non è un problema“, ha detto il dottor Wass sul The Indipendent .
Secondo il dottor Woolgar ha spiegato che “c’è un’ansia sul fatto che non c’è niente di definito su come si possono influenzare i propri figli“.
Il medico ha invitato a fidarsi del proprio istinto con i propri figli. Ci saranno sempre i momenti in cui si dicono cose fuori luogo, oppure che non sono di aiuto ai propri bambini. Ma non saranno sempre psicologicamente dannose e soprattutto i genitori potranno sempre cambiare.
Un genitore deve dire a se stesso che sta facendo del suo meglio come genitore, deve riconoscere che esistono tante opportunità di cambiamento e che niente è definito. Ci sono molte opportunità per migliorare.
Voi unimamme che ne pensate? Siete d’accordo?
vi lasciamo con una serie di foto dedicate alle parole crudeli che feriscono i bambini.
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