La maternità è piena di sfumature, si passa dalla gioia e all’euforia, all’esaurimento.
La fotografa Anna Ogier-Bloomer , ha sempre avuto un occhio di riguardo per la maternità e quando è diventata mamma lei stessa ha deciso di catturare questa indimenticabile esperienza attraverso i suoi scatti.
“I primi due anni di maternità sono stati un completo sconvolgimento del sistema, un insondabile amore per un’altra creatura e cambiamenti completamente inaspettati. Un’amica saggia, una consulente per l’allattamento, mi ha detto che quando si parla di bambini l’unica costante è il cambiamento. Lei aveva completamente ragione. Ogni volta che ci pensiamo ci aggiustiamo verso un cambiamento, nostra figlia è cambiata completamente durante la notte, con nuovi bisogni, nuovi interessi e nuove tendenze”.
Durante i primi due anni la figlia della fotografa, Violet, non voleva dormire più di due ore alla volta e aveva costantemente bisogno di essere tenuta in braccio. Ogier-Bloomer erano costantemente in modalità sopravvivenza. Concentrarsi sulla fotografia non era possibile dal momento che è dovuta tornare a lavorare come insegnante di arte quando la bimba aveva 3 mesi e mezzo.
“Essere mamma è la cosa più dura che abbia mai fatto, sono rimasta stupita del peso fisico che avrei avuto su di me nei primi due anni.”.
Sono stati proprio gli aspetti fisici a ispirarla per la sua serie: Letdown (montata lattea), una parte importante del progetto concentrato sull’allattamento al seno.
“Allattare al seno è una delle grandi gioie della mia vita, ma a volte è stato molto faticoso, volevo investigare la complessità di fare la cosa più complessa e significativa. L’atto fisico della maternità comincia al concepimento e continua a evolversi durante la vita del bambino“.
Con l’aiuto del marito e della tecnologia la fotografa ha trasformato questa esperienza in arte.
La fotografa ha focalizzato il suo lavoro sui dettagli dell’ingorgo dei seni, il dolore sulla pelle per i graffi e pizzicotti della figlia, tutto mischiato all’amore profondo per la bimba.
“Quelle cose insieme portavano un dolore fisico straziante insieme a una gioia emotiva impareggiabile. Attraverso le immagini di mia mamma ho attaccato un filo tra una generazione e l’altra. Confronto la complessità di questi apparentemente contraddittori stati di essere, e il modo in cui le donne sentono il richiamo della maternità, i loro bambini e le loro entità fisiche, le apparenze diversi in ogni cosa e in ciascuno.”
La fotografa spera che osservando le sue foto altre mamme si sentano meno sole, inoltre le vorrebbe normalizzare l’allattamento al seno.
“Questo soggetto è importante, l’idea che i piccoli vogliano essere allattati anche quando la mamma va al bagno, sono fuori dalla loro sfera, per avere una migliore comprensione di cosa sia la complessa e vitale esperienza della maternità e cosa sia davvero l’allattamento al seno”.
Diventare a sua volta mamma ha cambiato la percezione sulla propria madre.
“Ora l’ho capito. Ora capisco il dolore che ha provato quando uno dei suoi 3 bambini, tutti cresciuti, ha avuto il cuore spezzato o la delusione o il diventare estranei. Capisco il desiderio di fare andare via tutto, di venire ad aggiustare tutto, anche se non può. Il profondo dolore e la tristezza quando mia figlia viene ferita o triste è qualcosa che non può scomparire. Mia figlia è una parte di me e spero che chi guarderà le foto vedrà la propria madre o tutte le madri sotto una nuova luce”.
Prima notte a casa
Graffi per aver allattato, 9 mesi, 2014
Allattare e fare pipì. Ohio 2014
La pappa di sera, con papà 2014
La piscina dell’appartamento della mamma dove si radunano tutti, Indian Creek Apartment, Cincinnati, Ohio, 2012
Donare 17 litri di latte, 2014
Mammella ingorgata, Brooklyn, New York, 2014
Ammalarsi a casa, Ohio, 2014
Di lato, 2014
Riguardo il dolore alle mammelle, per la consulente dell’allattamento, 2013
Dormire insieme a Violet e Mamma, Cincinnati, Ohio, 2013
Tirare, 2014
Momento del pasto, 2015
Divaricato, 2014
Unimamme, cosa ne pensate di questo bel servizio fotografico si cui si parla sull’Huffington Post?
Vi lasciamo con alcune vignette sulla maternità senza filtri.
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