Unimamme, si discute spesso di come combattere la pedofilia, dimenticando magari ciò che possiamo fare noi nel concreto con i nostri piccoli.
Una mamma terapeuta ha deciso di condividere la sua esperienza con i suoi figli riguardo il consenso. Nel primo caso la pediatra della figlia ha stretto la mano alla bambina, le ha posto delle domande e le ha spiegato in modo semplice cosa avrebbero fatto. Infine le ha chiesto il permesso di ascoltarle il cuore.
Secondo la mamma questo ha fatto sì che il messaggio comunicato alla bambina fosse: “il tuo corpo ha importanza”, “il tuo corpo deve essere preso in considerazione”.
In un altro caso col figlio, un’infermiera che doveva fargli una vaccinazione, senza nemmeno guardare il bambino ha suggerito alla madre di tenerlo giù e non avvisarlo nemmeno di cosa gli sarebbe capitato. La mamma però non è stata d’accordo con questo approccio e ha deciso di agire spiegando per bene cosa sarebbe successo.
Ecco quindi il suo saggio consiglio: insegnare ai bambini il consenso sessuale comincia dai genitori.
La terapeuta Lisa McCrohan fornisce 5 consigli da applicare tutti i giorni per insegnare ai bambini il consenso:
Chiedetegli spesso il consenso
“Ieri sera io e mio figlio stavamo tornando a casa dal parco. Ho fatto per prendergli la mano, poi mi sono fermata e gli ho chiesto: “posso tenerti la mano?” Lui mi ha sorriso e me l’ha presa.
Chiedere al vostro bambino il permesso per toccarlo o per entrare nel loro spazio personale può essere così semplice. Potete porgli delle domande come: “posso spazzolare i tuoi capelli?” “Posso darti un abbraccio?” “va bene se ti tengo la mano?”.
Questo significa che dovete chiedere per il consenso tutte le volte? Come genitori dobbiamo essere convinti di quello che facciamo e perché lo facciamo.
Immaginate i vostri bambini diventati adolescenti che escono con centinaia, anzi migliaia di esperienze in cui avete modellato il consenso ogni giorno. Saranno più inclini a rispondere a ogni situazione con riguardo per i loro corpi, per quello degli altri e a chiedere anche il consenso.
Insegnategli che il “no importa
Un cliente è venuto da me perché si sentiva distante dalla figlia di 12 anni e lavorando insieme abbiamo capito che la figlia desiderava più rispetto per il suo spazio personale, per il suo tempo, dei confini.
Quindi ha cominciato a cercare dei modi per chiedere, piuttosto che esigere, che la figlia si dedicasse a lei. Invece di dire “dammi un abbraccio d’addio” chiedeva: “posso avere un abbraccio di addio?”. Quando la figlia diceva no o il suo linguaggio del corpo diceva no lei rispondeva: “va bene, se vuoi un abbraccio io sono qui. Ti voglio bene, passa una bella giornata”.
Se chiedete di spazzolare i capelli di vostra figlia e lei dice no è importante rispettare il suo no. Potete rispondere con un: ok, ti rispetto, fammi sapere se cambi idea”.
Va anche bene se il vostro bambino non vuole abbracciare proprio nessuno. Possono sempre accogliere qualcuno con un sincero riconoscimento , un “ciao”.
Quanto tu o qualcun altro pregate o provate a convincere un bambino a cambiare la risposta, loro imparano ad annullare il loro barometro interno di ciò in cui si sentono a loro agio e ciò con cui non si sentono a loro agio, solo per arrendersi a qualcuno che loro percepiscono detenere maggior potere. Nel tempo il fatto che voi rispettiate il loro no insegna ai bambini che no importa.
Insegnate al vostro bambino che sì può diventare no in ogni momento
Immaginiamo che stiate facendo wrestling con la vostra bimba più piccola e che lei dica: “no” Cosa fareste? Vi fermate, anche se sta scherzando e controllate con lei.
Immaginiamo che abbiate in casa vostra un gruppo di bambini della scuola elementare che corrono in casa vostra come scalmanati con delle spade in mano. Insegnate loro a fare pausa ogni tanto e a controllare se il gioco va bene per tutti.
E se avete un figlio adolescente? Fate quella conversazione. Condividere intimità sessuale basata sui valori della vostra famiglia, vuol dire comunicare che l’assenza del no non è sì. Insegnate loro che un sì può diventare un no in ogni momento.
Quando insegnate al vostro bimbo che un si può diventare no in ogni momento, state inviando il messaggio che qualora non si sentissero a loro agio in una situazione, dovrebbero ascoltare la loro voce interiore. Ogni volta che una persona non si sente a proprio agio e ne ha avuto abbastanza, dovete rispettarla e fermare ciò che state facendo.
Cercate di capire
La scorsa primavera mia figlia ha annunciato: “non voglio più fare ginnastica” Ero confusa. Pensavo amasse la ginnastica. Ho dovuto sforzarmi tanto per trovarle il posto giusto. Ma invece di dirle: “Lo fai, so che lo fai! Ho detto : raccontami…”
Questo ha aperto la porta per mia figlia per sentirsi a suo agio nel raccontarmi i suoi sentimenti e io ad ascoltarla. Ho capito che lei ama la ginnastica, ma che amava fare ginnastica da sola, a casa e creare una routine, invece di frequentare un corso.
Quando cercate di capire il vostro bambino, comunicate il messaggio: “la tua opinione conta. La tua voce conta. Sono qui per ascoltare ed essere al tuo fianco. Anche se pensi che tuo figlio stia giocando o esprimendo un’opinione in un momento di frustrazione, quando cerchi di capire ti stai connettendo con tuo figlio con rispetto.”
Tieni il tuo riguardo in prima linea nella tua mente
I nostri bambini hanno i loro corpi, le loro menti, le loro sensazioni, opinioni e sogni. Come gli adulti i bambini vogliono essere rispettati, ascoltati, considerati. Chiedete l’opinione dei vostri bambini. Pronunciate il nome dei vostri bambini in modo rispettoso. Guardate il vostro bambino quando sta parlado. Ci sono modi da usare tutti i giorni per fargli capire “tu sei importante”.
Infine l’ultimo suggerimento: “potete sostenere il futuro dei vostri bambini con il riguardo che gli mostrate oggi”.
Unimamme, cosa ne pensate di questi consigli raccolti su Upworthy?
Trovate utili i suggerimenti?
Vi lasciamo con un approfondimento per tutelare i bambini dalla pedofilia.
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