Un feto umano nel suo secondo trimestre è straordinariamente attivo. Sta sviluppando pelle e ossa, la capacità di ascoltare e deglutire e lavora sul suo primo movimento intestinale.
Uno studio pubblicato su Nature ritiene che i feti acquisiscano anche il funzionamento del sistema immunitario, uno in grado di riconoscere proteine estranee, ma meno incline rispetto ad un sistema immunitario maturo ad essere sotto attacco.
Questa ultima ricerca si aggiunge ad un corpo crescente di testi che mostrano che il sistema immunitario dei feti è più attivo di quanto si pensi.
“Nei libri di testo generale, prevale il concetto di feto che non risponde” – spiega Jakob immunologo Michaelsson presso il Karolinska Institute di Stoccolma – “Ma il sistema immunitario del feto è unico. Non è solo immaturo, è speciale”.
Un feto che si sviluppa è costantemente esposto a proteine estranee e cellule che vengono trasferite dalla madre attraverso la placenta. Negli umani, questa esposizione è più intensa che in altri mammiferi: così la scienza ha potuto creare in laboratorio un modello di feto umano per studiare lo sviluppo del sistema immunitario.
Capire il suo funzionamento infatti potrebbe rivelare:
E’ stato scoperto che i feti umani hanno delle cellule funzionali dendritiche dalla 13esima settimana di gestazione. Le cellule dendritiche sono specializzate nella cattura di antigeni e permettono quindi di fornire una risposta immunitaria dell’organismo di fronte a un pericolo. Ma nonostante il comportamento delle cellule sia più simile a quelle adulte, la loro risposta alle proteine estranee è diversa: le cellule fetali dendritiche attivano una speciale categoria di cellule T chiamate “cellule di regolazione” che sopprimono le risposte del sistema immunitario, per evitare una reazione immunitaria potenzialmente pericolosa contro le cellule della madre. Anziché distruggerle, cercano di inibirle.
Questi risultati sottolineano il fatto che il sistema immunitario dei feti non è semplicemente una versione più immatura di quello di adulti, ma che ha una sua propria distinzione, dice l’immunologo William Burlingham dell’Università del Wisconsin. Ecco perché è importante capire il suo funzionamento: finora quindi ci si è sempre sbagliati.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con l’articolo che parla di come il feto risponde alle carezze della mamma.
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